Commissioni queste sconosciute La maggioranza non le convoca. Alcune da mesi, altre da mai

«Una maggioranza sorda alle istanze delle associazioni sportive del territorio». Lo dicono i gruppi consiliari di opposizione, dopo l’ennesima richiesta di convocazione di una commissione ad hoc ignorata.

«Risale al primo marzo l’ultima richiesta inoltrata per una seduta che affronti la questione della piscina comunale» spiegano i consiglieri comunali di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032. «Abbiamo chiesto una commissione congiunta Patrimonio e Sport per trattare il tema della gestione della struttura, ma ancora non riceviamo risposta. Da un lato c’è il presidente Mario Faticoni, che non convoca la commissione Patrimonio da inizio consiliatura, nonostante le numerose e reiterate richieste avanzate come gruppi di minoranza nell’interesse della collettività. Dall’altro, il presidente Claudio Di Matteo che ci rimanda alla settimana successiva e nel frattempo è passato quasi un mese dalla nostra richiesta».

«Quella della piscina comunale – ricordano i consiglieri – è una questione delicata e annosa. I problemi sul tavolo risalgono alla notte dei tempi e negli anni abbiamo visto società sportive professioniste e dilettantistiche allontanarsi dalla città perché costrette a far allenare i propri atleti e a disputare partite di campionato nei Comuni limitrofi. Un’amara sconfitta per la città capoluogo».

«A fronte della recente chiusura dovuta al cedimento dei pilastri, risultati fortemente ammalorati – continuano le forze di opposizione – contiamo almeno sulla prossima riapertura della piscina scoperta, grazie alla copertura della struttura tensostatica realizzata con i fondi PNRR. Così era stato promesso dall’assessore allo Sport, Andrea Chiarato».

I gruppi consiliari chiedono che si faccia il punto in commissione e si definiscano dei criteri sulla fruizione della piscina da parte delle società sportive che ne fanno richiesta, secondo quanto previsto dalla convenzione vigente. «All’articolo 5 del contratto di concessione – sottolineano – è prevista la redazione di un regolamento che stabilisca le modalità e le tariffe di utilizzo da parte delle associazioni sportive del territorio. Di fatto questo regolamento non è mai stato redatto e anche oggi, dopo un lungo periodo di fermo, stiamo arrivando alla riapertura senza aver deciso nulla. Continuiamo ad avere società sportive che fanno richiesta al Comune o al concessionario di utilizzo di spazi acqua e non è possibile dare una risposta univoca e trasparente perché mancano regole certe e predefinite. Queste istanze, al pari delle nostre richieste di commissioni ad hoc, restano inascoltate a causa di una maggioranza sorda e indifferente».

Spaccature nella maggioranza sempre più evidenti. La Sindaca Celentano, isolata, naviga a vista

«Il recente intervento di Latina nel Cuore, fatto per mezzo stampa e contro l’amministrazione Celentano, rappresenta l’ennesima di una serie di spaccature che sono sempre più evidenti all’interno della maggioranza». A dirlo, in una nota, è la capogruppo del PD Latina, Valeria Campagna. Poi aggiunge: «Abbiamo ormai perso il conto dei segnali di insofferenza. Dagli interventi in aula del gruppo dell’UDC, passando per le dichiarazioni pubbliche di alti rappresentanti della Lega, fino ad arrivare al recente comunicato di Latina nel Cuore».

«La giunta è divisa in tante piccole parti – continua Campagna – ognuna delle quali rispondente solamente al proprio assessorato. Manca totalmente il lavoro di sintesi tra le componenti politiche e questo si trasforma in una scarsa considerazione delle sedi istituzionali come le commissioni o il consiglio comunale. La sindaca Celentano, in tutto questo, naviga a vista senza una vera rotta politico-amministrativa. E lo fa da sola e senza il controllo del Comune. Emblematico, in questo senso, è lo strano caso della nuova pista ciclabile apparsa in centro dopo che la stessa sindaca aveva dato mandato agli uffici di rimuovere il tratto ciclabile dal centro storico».

«Nel caso specifico – riprende – assistiamo ad una frizione su un tema, quello del trasporto pubblico locale, che andrebbe invece trattato con urgenza e precisione. Il servizio ha tante criticità che andrebbero celermente risolte. Penso, ad esempio, alla necessità di aumentare il numero delle corse, specie quelle che collegano alle aree periferiche della città. Ma l’assessore Di Cocco non ha la forza di provvedere a tali criticità, evidentemente incastrato all’interno degli scontri a fuoco incrociato che sempre di più si registrano all’interno della maggioranza. O – conclude campagna – di ciò che ne rimane».

Processo penale per Latina Ambiente, dietrofront sulla costituzione di parte civile

«Nel consiglio comunale del 26 marzo, sulla questione Latina Ambiente la maggioranza ha restituito una posizione a dir poco imbarazzante. I consiglieri di centrodestra hanno raccontato una società sana, attribuendo il suo fallimento a un volere politico, addirittura ipotizzando un passo indietro rispetto alla costituzione di parte civile del Comune nel processo penale in corso. Neanche una parola, invece, sui potenziali conflitti di interesse sollevati con la nostra mozione. L’argomento è evidentemente scomodo». I gruppi consiliari di opposizione tornano sul tema della partita debiti/crediti tra l’amministrazione e la società fallita dopo la trattazione dello stesso nell’assise di martedì scorso.

«Dalla relazione dell’Assessora Nasti – affermano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 – sembra di capire che grazie alla transazione di 6 milioni approvata tra Natale e Capodanno scorsi e la chiusura della partita TIA 2006-2009, la società con ogni probabilità tornerà in bonis. Lo suggerirebbero anche le stime effettuate dal tavolo tecnico aperto dall’amministrazione su richiesta dei curatori fallimentari. Quanto emerso potrebbe mettere in discussione l’opportunità da parte dell’Ente di costituirsi parte civile nella causa penale, stando a quanto riferito in Consiglio dall’assessora al Bilancio e alle Partecipate».

La mozione presentata dall’opposizione chiedeva alla Sindaca proprio la garanzia di non tornare indietro sulla costituzione di parte civile, confermando l’incarico affidato dal commissario Valente all’allora coordinatore dell’Avvocatura, Francesco Paolo Cavalcanti. «A prescindere dall’esito della causa amministrativa e dall’eventuale rientro in bonis della società, riteniamo questo passaggio un atto non solo dovuto, – sottolineano i consiglieri – ma anche necessario da parte del Comune, socio di maggioranza della Latina Ambiente. Se confermate le ipotesi di reato, la società avrebbe avuto una gestione ben lontana dall’interesse pubblico, impedendo all’Ente persino di mettere in atto azioni di tutela ed eventuali contestazioni derivate dalla mancanza di condivisione di dati e documenti di bilancio. Si parla di occultamento di perdite fino a 18milioni di euro, crediti TIA 1 gonfiati, emissioni di dividendi solo al socio privato e con bilanci in rosso, fitti non pagati e altro ancora».

«È sconsiderato poi rinunciare alla costituzione di parte civile – continuano – perché ci sono delle responsabilità anche in capo agli uffici certificate dalla stessa CTP. Nella loro relazione, i tecnici incaricati dal Comune spiegano che una buona parte dei crediti reclamati dalla curatela verte su fatture non contestate dagli uffici comunali nel modo contrattualmente previsto. Dunque emerge chiaro dalle carte il quadro di una gestione fallimentare. La costituzione di parte civile rappresenta una presa di posizione legittima dell’Ente, che nelle ipotesi di reato in essere risulta parte gravemente danneggiata. Se fosse confermata una gestione illecita della società, consentirà al Comune il riconoscimento del danno subito, sia morale che materiale».

Nell’ultimo punto della mozione le forze di minoranza chiedevano alla Sindaca di appurare l’eventuale sussistenza di conflitto di interesse per alcuni membri del suo staff e il nuovo presidente del CdA di ABC, anche curatore del fallimento. «C’è un tema di inopportunità politica che non si può sottacere. Riteniamo necessaria una verifica sull’eventuale esistenza di cause ostative per gli incarichi fiduciari assegnati dalla stessa Sindaca a due suoi stretti collaboratori e per la nomina del nuovo presidente del CdA dell’azienda speciale. Su questo tema prendiamo atto del silenzio della maggioranza in Consiglio. Alla maggioranza è evidentemente convenuto far cadere quest’impegno nel vuoto».

Spazi culturali: investire sul personale per non lasciarli morire

«Il quadro che emerge è quello di un chiaro e problematico affanno. Con conseguenze negative, tra le altre cose, sugli spazi culturali della città». Così Valeria Campagna, capogruppo del PD Latina, in una nota diffusa dopo che in commissione si è proceduto alla ricognizione del fabbisogno del personale. La consigliera aggiunge: «Quello della carenza di personale è un problema atavico che coinvolge tanti comuni ed in generale le PA. Tuttavia, questo non ci impedisce di poter intervenire per come possibile».

Per quanto concerne gli spazi culturali ha detto: «Chiedere al personale comunale di provvedere, saltuariamente, ad aprire un museo o una biblioteca è evidentemente limitante. La nostra città possiede un grande potenziale culturale che al momento non viene adeguatamente valorizzato. Per non lasciarlo morire è necessario lavorare ad un sistema integrato diverso che metta a sistema gli spazi culturali e il tessuto bibliotecario, teatrale, museale».

«Sarebbe quindi opportuno – aggiunge – considerare modalità nuove per rimpolpare il personale destinato agli spazi culturali della città. Ad esempio, attraverso un’azienda speciale, una fondazione, una esternalizzazione del servizio. È il caso di trovare tutte e tutti insieme la modalità più congeniale. Oppure, attraverso una ricognizione delle risorse comunali avendo anche il coraggio di allocarne maggiormente alla voce personale. Cosa che abbiamo fatto nella scorsa consiliatura accettando anche tagli su altre voci. Perché una macchina comunale senza personale è una macchina comunale ferma».

«Chiediamo quindi – conclude – alla maggioranza e alla giunta Celentano di avviare una riflessione seria e profonda su questo tema. Abbracciando con coraggio la possibilità di esplorare strade e modalità nuove. Perché Latina non merita una offerta culturale singhiozzante, con aperture spot di musei e spazi, ma costante e garantita. Bisognerebbe partire da questo, per permetterci di poter un giorno ambire ad essere capitale italiana della cultura».

Serve una candidatura identitaria, allargamento come prova di maturità

«Una candidatura identitaria che può aprire ad una stagione politica nuova che non supera, ma fa sintesi con quella che è la storia del partito fino ad oggi”. Così Valeria Campagna in una nota. Poi aggiunge: “Trovo bella e significativa la candidatura di Adriana Marucco: una donna che contribuisce quotidianamente al benessere della comunità come insegnante e come operatrice sociale».

«Il suo impegno – continua Campagna – è un piccolo esempio di come dobbiamo immaginare il Partito Democratico: solidale, inclusivo, attento a tutte le frange della città. In grado di parlare con i giovani e di riportarli al centro del dibattito politico e, quindi, di riportarli alle urne. Bisogna rimettersi all’ascolto delle persone, tornare ad essere attrattivi e recuperare quel legame con il territorio che negli anni abbiamo perso. E, non ultimo, ripristinare il dialogo con la comunità democratica e con gli iscritti e le iscritte per tornare ad essere un partito davvero partecipato. Solo così potremo diventare una valida alternativa ad un centrodestra, quello di Latina, inerme e fermo all’immobilismo della sindaca Celentano».

«Quella di Marucco – riprende – è una candidatura che allarga, prossima al territorio, vicina alle persone. Aperta a tutte e tutti coloro che desiderano contribuire ad un rinnovamento già iniziato con il congresso nazionale di un anno fa vinto da Elly Schlein. È una fase di maturità per il nostro partito, una maturità che passa per l’allargamento ad energie nuove e per la loro mescolanza con chi già fa parte della comunità democratica. Una sintesi positiva che dovrebbe mettere il PD nella condizione di superare tutti fazionismi interni in favore dell’unica cosa che conta: il bene di Latina. Sono sicura che sarà un congresso aperto, plurale, leale, che rivelerà questa maturità di cui abbiamo bisogno. Per iniziare a fare il partito e non più le parti».

Skate Park: non deludiamo i giovani che attendono l’opera

«Rimane grande preoccupazione per un’opera, attesa da anni da tante ragazze e tanti ragazzi, su cui ancora non ci sono garanzie di realizzazione». A dirlo è Valeria Campagna, capogruppo del PD Latina, dopo il question time tenutosi in seguito ad una interrogazione del gruppo dem in cui si chiedeva un aggiornamento sulla realizzazione di uno skate park all’interno del parco Santa Rita. Interrogazione inoltrata alla luce del rischio, riscontrato in una Commissione Lavori Pubblici, di definanziamento dell’opera.

«Ringrazio l’assessore Carnevale per la risposta e per la spiegazione ma non posso che dirmi estremamente preoccupata». L’opera, inserita nella pianificazione strategica dei fondi FESR, è stata spostata nella seconda fase del programma di finanziamento: «Bene – riprende la capogruppo – che il Comune di Latina si sia mosso per chiedere alla Regione Lazio lo spostamento alla prima fase del programma di finanziamento. Ma non è detto che questo avvenga. Siamo ad un vero e proprio banco di prova per la tanto decantata filiera del centrodestra: vedremo se il dialogo tra Comune e Regione, tra Celentano e Rocca, poterà ad un risultato».

«Inoltre – insiste – ci aspettiamo che, qualora l’opera venisse effettivamente definanziata, la giunta Celentano decida di procedere alla realizzazione dello skate park attraverso fondi comunali. Proprio come era stato pensato, dalla precedente amministrazione, con un capitolato nel bilancio previsionale. Si tratterebbe di una forma di rispetto nei confronti dei tanti e delle tante che aspettano lo skate park da anni. L’auspicio è quello di non arrecare una delusione così grande ai giovani appassionati di skate della città di Latina».

Banca d’Italia deve diventare il cuore culturale della città. Un’occasione da non fallire.

«Bene che ci sia un acceso dibattito intorno alla Banca d’Italia. Tuttavia, questo andrebbe portato avanti in Consiglio Comunale (dove, tra l’altro, nel 2021 è stata approvata una mozione d’indirizzo) con tutte le forze politiche». Così Valeria Campagna, capogruppo del PD Latina, in una nota. Poi aggiunge: «Anche coinvolgendo i cittadini e le cittadine attraverso dei percorsi di partecipazione e coinvolgimento».

«L’ambizione – dichiara Campagna – deve essere quella di trasformare l’edificio in uno spazio di cultura e socialità. Un vero e proprio cuore culturale della città di Latina con aule studio, spazi di co-working, sale per eventi. E anche con una nuova e rinnovata biblioteca che possa ampliare il servizio della Manuzio. La biblioteca comunale è stata realizzata nel 1957, quando a Latina c’erano circa 40mila abitanti. Ora ce ne sono il triplo. Senza contare poi il livello di scolarizzazione che si è sensibilmente alzato. Potremmo, in questo modo, dotare la città di un servizio bibliotecario all’altezza».

E ancora: «L’acquisto dell’edificio, portato avanti con coraggio e visione dalla precedente amministrazione, impone che vengano fatte delle scelte innovative e di alto livello. La possibilità di allocare uffici all’interno della struttura, seppure in minima parte, appare riduttiva e poco ambiziosa. E la confusione dell’amministrazione Celentano, che è ancora vaga nelle intenzioni forse perché persa nelle contraddizioni interne ai gruppi di Destra, desta preoccupazione. Come Partito Democratico ci batteremo affinché la Banca d’Italia non diventi un agglomerato di uffici ma un luogo per la città. Sull’ipotesi dell’università: pur essendo una ipotesi valida riteniamo che sia giusto, poiché acquistato con soldi pubblici, consegnare lo spazio alla collettività tutta e non ad una minima parte».

In conclusione: «Serve un progetto ambizioso che tenga insieme la tradizione del luogo e la modernità di cui c’è bisogno. Abbiamo l’occasione storica di dotare i cittadini e le cittadine di uno spazio che sia, davvero, di tutti. Una città che si candida ad essere capitale italiana della cultura e che si avvia verso il centenario non può mancare questa grande opportunità».

Venti istituti accorpati un impoverimento che attacca l’autonomia scolastica

«Una scelta grave che viene calata dall’alto nel nome del freddo calcolo e che non tiene conto delle esigenze espresse da chi vive la scuola quotidianamente: studentesse, studenti, docenti, dirigenti”. Così Valeria Campagna, Vicesegretaria del PD Lazio con delega alla Scuola, in una nota. E ancora: “Da parte del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, una vera e propria mancanza di rispetto per tutte le rappresentanze scolastiche della nostra Regione».

«Il dimensionamento – continua Campagna – doveva riguardare solamente pochi istituti. E invece ecco che nel bel mezzo delle feste, forse sperando in una distrazione generale, arriva una stangata che toglie autonomia a ben 20 istituti del territorio che si ritrovano accorpati dall’oggi al domani. Inevitabile sarà l’impatto sulla qualità dell’istruzione e sull’effettivo ruolo culturale che le scuole potranno avere nelle città e nei suoi quartieri. Un ruolo che dovrebbe essere incentivato per contrastare la più terribile delle disuguaglianze: quella educativa».

«Emblematico – aggiunge – il monito di allarme arrivato dal mondo della scuola e delle sue rappresentanze associative. Non ultima la comunicazione di ANP Lazio che, dinanzi al dimensionamento approvato dalla giunta Rocca, non nasconde critiche e preoccupazioni».

«Come Partito Democratico – conclude – siamo fermamente convinti del ruolo fondamentale che debba avere la scuola in un discorso di rilancio dei territori, della Regione, del Paese. La Destra regionale, invece, si conferma subalterna a quella del governo Meloni arrivando ad avallarne i tagli imposti sulla scuola e sull’istruzione. Eccola qui la filiera di governo: impoverire il tessuto scolastico delle provincie laziali. Noi abbiamo in mente altro: una politica scolastica costruita sull’ascolto e un dimensionamento fondato sul potenziamento dell’azione educativa e didattica e del sistema culturale e sociale dei territori».

Le opposizioni chiedono via Pec la presenza di CdA e revisori in commissione

Con una comunicazione inviata via PEC a Sindaca, presidente del Consiglio comunale e presidenti delle commissioni competenti, le forze di opposizione chiedono la presenza del CdA e dei revisori dei conti di ABC nella commissione congiunta Bilancio-Ambiente convocata per il 10 dicembre e nel successivo consiglio comunale, durante i quali saranno discussi e votati i bilanci consuntivi 2022 e 2023 dell’azienda speciale.

«La gestione dell’azienda – spiegano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 – è praticamente in stallo a causa dell’inattività per un lunghissimo periodo dell’organo decisionale, ovvero il Consiglio comunale. I bilanci consuntivi e preventivi 2022-2025, fondamentali per la continuità operativa, non sono stati approvati e l’impasse rischia di compromettere non solo la solidità dell’ente e le scelte aziendali, come dimostra la mancata discussione sul piano aziendale, ma anche i diritti dei lavoratori, com’è chiaro dalla recente denuncia dell’Ugl, ma più in generale dell’intera comunità».

A fronte di tali rischi, i gruppi di minoranza pretendono chiarezza. Da qui la richiesta di un confronto con i vertici dell’azienda. «La seduta di martedì, come l’assise che seguirà – annunciano – saranno l’occasione per avere risposte dirette sulle azioni che si stanno intraprendendo per superare lo stallo operativo e scongiurare una crisi gestionale, nel rispetto degli obblighi di legge».

«Il CdA e i revisori hanno sollecitato l’amministrazione per risolvere le cause dell’impasse? Se sì, perché il Comune non si è attivato? E di fronte a questa incomprensibile e colpevole inerzia, perché il CdA e i revisori non hanno denunciato la situazione nelle sedi competenti, né informato il Consiglio comunale, che è l’organo chiamato ad approvare i rendiconti consuntivi e preventivi per il periodo 2022-2025?». Queste le domande da rivolgere in sede di commissione e per le quali la minoranza esige risposte.

«Alla luce della gravità della situazione, ci aspettiamo un immediato e doveroso chiarimento dai vertici aziendali, ma anche dagli assessori competenti che finora hanno nicchiato sull’impasse senza dare riscontri ufficiali. Il rispetto delle disposizioni di legge – concludono i consiglieri – non è solo un obbligo giuridico, ma anche un dovere etico verso i lavoratori dell’azienda speciale, i cittadini e i creditori coinvolti. Pertanto, vengano fornite a noi opposizione e alla città tutta risposte trasparenti e concrete al fine di ripristinare la fiducia e garantire la tutela degli interessi pubblici e privati».

Contrasto all’erosione, la Giunta approva un progetto privo di approfondimento

L’approvazione in Giunta del progetto di contrasto all’erosione costiera suscita qualche perplessità: ci saremmo aspettati un’efficacia maggiore a fronte del costo di 6 milioni di euro, proprio in ragione delle gravi difficoltà che incombono sul settore balneare e a tutela dei nostri operatori della marina.

Circa l’impatto ambientale, a fronte delle possibili ricadute sul tratto di costa da Capoportiere a Rio Martino, si sarebbero dovuti approfondire gli effetti dell’opera ipotizzata con ulteriori studi: il delicato ecosistema dei laghi costieri e l’impatto dei “pennelli” dal punto di vista paesaggistico sono elementi non trascurabili.

Altra perplessità suscita l’avanzamento della linea di costa in un solo tratto e la conseguente necessità costante di manutenzione. Da quanto apprendiamo dalla documentazione, con il progetto esecutivo approvato in giunta, si riuscirà ad ottenere un incremento di soli 8,5 mt di arenile rispetto all’attuale linea di costa nel tratto interessato dall’intervento. Secondo le proiezioni degli studi che supportano il progetto, viceversa, è previsto il verificarsi di una discreta azione erosiva che si manifesterà sia immediatamente prima di Capoportiere e quindi a danno degli stabilimenti prospicienti l’area, sia immediatamente dopo, fino a Rio Martino, quindi a livello di tutto il tratto che ricade nell’Ente Parco Nazionale del Circeo.

Se da un lato siamo pienamente consapevoli della necessità di procedere a questo tipo di progettazione, anche in continuità amministrativa rispetto al preliminare presentato dalla precedente amministrazione che prevedeva un ripascimento annuale di 30mila metri cubi di sabbia, per mitigare gli ineludibili effetti erosivi e rendere più durevoli i benefici eventualmente acquisiti, è necessario garantire una costante manutenzione delle previste opere rigide con il ripascimento annuale.

Chiediamo all’amministrazione Celentano di attivare la filiera al fine di garantire, contestualmente all’inizio lavori di questa nuova progettazione, l’impegno concreto da parte della Regione Lazio per la pianificazione degli interventi di ripascimento morbido con l’individuazione delle risorse necessarie sia economiche sia materiali, cioè delle riserve di sabbia da utilizzare. Sarebbe opportuno, inoltre, coinvolgere il Parco nazionale del Circeo e il Comune di Sabaudia poiché direttamente interessati dagli effetti che tale opera produrrebbe.

La manutenzione costante è indicata come necessaria dalle stesse analisi scientifiche a sostegno di questa progettualità, per tutelare in pieno gli interessi imprenditoriali del settore balneare e dotare la nostra costa di un piano di contrasto all’erosione omogeneo che comprenda tutto il tratto compreso tra Torre Astura e Torre Paola.

Vigileremo come forze politiche affinché il progetto non sia un intervento incompleto, ma abbia una cura e continuità temporale ora non più procrastinabili.