L’amministrazione comunale non perda l’opportunità di garantire un servizio mensa sostenibile e di qualità

«Ho sottolineato le diverse esigenze che possono guidare la scelta dell’amministrazione come liberare gli spazi della scuola di Via Po e individuare un altro posto per un nuovo centro cottura che possa anche migliorare la qualità del servizio. Durante la Commissione è emersa la possibilità di collocare il nuovo centro di cottura a Latina Scalo, dove è presente un solo plesso che usufruisce del tempo pieno, ma credo sia più opportuno considerare un centro dislocato che possa servire i borghi nord come Sabotino, Piave, Chiesuola, Carso, Montello», spiega Campagna.

Nel nuovo bando la Consigliera ha ribadito l’importanza di continuare e implementare gli indirizzi contenuti nel bando del 2019 come l’attenzione al plastic free, al cibo biologico e a km zero, per garantire un servizio mensa sostenibile e di qualità.

«Ho esortato la commissione a dare un chiaro indirizzo all’amministrazione affinché non sprechi questa preziosa opportunità per finanziare nuove mense scolastiche, a differenza di quanto accaduto per i 4 milioni di euro per la creazione di 180 nuovi posti asilo che l’amministrazione Celentano ha ritenuto di non richiedere. In tal senso, l’amministrazione potrà fruire anche dell’offerta di collaborazione arrivata, dopo l’annuncio del Ministro Valditara, dall’Associazioni Nazionale delle Imprese di Ristorazione Collettiva, e da altre associazioni datoriali, per una consulenza che consenta di intervenire in maniera efficace, concordando ovviamente con le rappresentanze dei genitori e organi come la Consulta della Scuola».

In conclusione: «È essenziale che l’amministrazione comunale agisca con tempestività, sfruttando tutte le opportunità di finanziamento disponibili per migliorare il servizio e garantire la qualità dei pasti forniti nelle nostre scuole. La questione del nuovo bando per le mense scolastiche, nonché la partecipazione ai nuovi finanziamenti messi a disposizione dal Ministero, sono di estrema importanza per il futuro delle nostre bambine e dei nostri bambini»L’amministrazione non perda l’opportunità di garantire un servizio mensa sostenibile e di qualità.

Raccolta differenziata: bollette ancora alle stelle e città sporca

«Un Piano presentato in pompa magna, con toni entusiastici e risultati in termini di risparmio di cui andare fieri, ma dietro il quale si cela una manovra furba che parla alla pancia dei cittadini. La riduzione del 7-8% dei costi in bolletta è un obiettivo modesto di cui è troppo facile farsi vanto dopo l’aumento del 30% deciso dal commissario prefettizio, che ha portato Latina nella top ten delle città italiane con la Tari più alta». Così i gruppi consiliari di opposizione a margine del Consiglio comunale odierno in cui è stato illustrato e votato il nuovo Piano Economico Finanziario del servizio di igiene urbana.

I consiglieri di opposizione si dicono «profondamenti insoddisfatti di fronte a un Piano transitorio, come rilevato dallo stesso assessore Addonizio, e lacunoso dal punto di vista della progettualità e visione politica». E sulla scelta annunciata dalla giunta di adottare un sistema misto per la raccolta differenziata a partire dal 2025: «Legittimo, ma è un azzardo. Si fa una brusca retromarcia rispetto al piano industriale precedente e al porta a porta su tutto il territorio comunale per un modello anomalo, con tre sistemi di raccolta diversi, che creerà situazioni ingovernabili, con una raccolta differenziata che raggiungerà al massimo il 65% nel 2026, e dubbi risvolti positivi sul fronte del decoro. Inoltre una raccolta Pap frenata, con un sistema misto, genera confusione e cittadini di serie A e serie B».

«Affidarsi a diversi sistemi di conferimento – sottolineano dall’opposizione – continuerà a condannare i contribuenti onesti a pagare il servizio anche per tutti quelli che non lo pagano. E la Tari non scenderà per via dei troppi secchioni sparsi su un territorio non controllato. Il buon senso dovrebbe suggerire, invece, di aggredire l’evasione della tassa, che in città è ancora al 34%. È questa l’unica azione che può portare a veri risparmi per i cittadini».

«Si rivendica un milione di utile nel bilancio di Abc quando l’azienda, essendo pubblica, è tenuta al pareggio» sottolinea il movimento di Lbc. «Soprattutto, è un utile derivato da un regime di spending review imposto all’azienda a cui è stato chiesto di camminare col freno a mano tirato, come da verbale del CdA di marzo scorso. Il risultato di un pessimo servizio è sotto gli occhi di tutti, con la città sporca e un’azienda in evidente sofferenza. Se il porta a porta funziona male è responsabilità di quest’amministrazione che non ha operato per aumentare i controlli. Da mesi aspettiamo che parta il servizio di guardie ambientali per il contrasto all’abbandono dei rifiuti in città».

Critico anche il Partito democratico con i consiglieri dem che sottolineano: «Tenere frenata l’azienda è tutt’altro che un risultato di cui essere orgogliosi. Il contenimento dei costi è uno specchietto per le allodole: se è interesse dell’amministrazione differenziare, come detto dagli assessori Nasti e Addonizio e dalla maggioranza, la scelta di interrompere il PaP per i bidoni intelligenti in centro è una scommessa difficile da vincere. La riduzione in bolletta non è l’unico obiettivo da porsi, ci auguriamo anche un innalzamento della differenziata perché le esigenze di tutela ambientale vengono prima del contenimento dei costi, se non altro dal punto di vista valoriale».

Il M5S invita a una lettura corretta dei numeri: «I due terzi dei cittadini che pagano la Tari – sottolinea Ciolfi – non ha una riduzione dei costi in bolletta, ma un minore incremento rispetto a quello dello scorso anno. L’aumento resta comunque, a fronte di un servizio insufficiente. Una situazione che non cambierà con cassonetti intelligenti o condominiali e che non porterà sopra il 65% la differenziata. Praticamente ci tagliamo le gambe da soli. Inoltre, nel nuovo piano industriale è previsto l’acquisto di cassonetti non intelligenti che dureranno un anno, dopodiché verranno dismessi per lasciare posto a quelli intelligenti. Un inutile spreco di denaro pubblico a fronte di una maggiore produzione di rifiuti».

Anche “Per Latina 2032” solleva perplessità e preoccupazione sul sistema misto del nuovo piano industriale: «Rischiamo di fare una scommessa e finire in un vicolo cieco con un sistema che già sotto la gestione Latina Ambiente si è rivelato fallimentare, ricordiamo la raccolta differenziata ferma al 19%. Un modello che rappresenta un salto indietro e farà gli interessi delle società che gestiscono i rifiuti indifferenziati, non certo dei cittadini».

Salario minimo comunale, bocciata la mozione M5S-Pd

«È un’occasione persa la scelta dell’amministrazione di non prevedere una retribuzione minima di 9 euro l’ora per lavoratrici e lavoratori assunti in appalti del Comune, anche laddove tale retribuzione è ben al di sotto di 9 euro come nel caso degli ausiliari del traffico. Attraverso un atto politico condiviso, avremmo potuto lanciare un segnale forte e preciso a sostegno dei lavoratori e dare un messaggio alla città su un impegno comune per il lavoro giusto e dignitoso». Lo dichiarano i gruppi consiliari di opposizione commentando la bocciatura da parte della maggioranza della mozione congiunta M5S-Pd per l’istituzione del salario minimo comunale.

Con la mozione, presentata oggi in Consiglio comunale e sostenuta da tutte le forze di minoranza, il capogruppo M5S e i consiglieri del Partito democratico chiedevano a Sindaca e Giunta l’introduzione di questa misura qualora il contratto collettivo applicato non garantisse il raggiungimento della soglia minima di 9 euro l’ora. «Un atto di indirizzo politico importante, che ha visto tanti comuni italiani assumersi la responsabilità su questo tema e che avrebbe avuto un impatto enorme per tutti quei lavoratori stagionali tanti dei quali sottopagati. Pensiamo a chi lavora negli stabilimenti balneari, nella ristorazione, a chi è impiegato nei servizi di pulizia» sottolineano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032.

«Non basta dire che l’80% dei contratti nazionali collettivi prevede importi maggiori del salario a 9 euro. Bocciando questa mozione – affermano i consiglieri di opposizione – il Comune volta le spalle al 20% di lavoratori che non rientrano nelle contrattazioni sindacali e non hanno una retribuzione minima garantita proporzionata al lavoro svolto e necessaria a un’esistenza libera e dignitosa. La mozione prevedeva, tra le altre cose, di aprire un confronto costante con le organizzazioni sindacali al fine di verificare il raggiungimento dell’obiettivo proposto e la stesura di un report semestrale per valutare le condizioni degli appalti e dei lavoratori. Ma l’amministrazione Celentano ha detto no alla possibilità di intensificare la propria azione di vigilanza rispetto ai contratti collettivi nazionali corretti e a un coinvolgimento più diretto delle sigle sindacali».

«Come altri Comuni, anche Latina avrebbe potuto fare la differenza dando un segnale importante per il contrasto del lavoro povero, troppo spesso prodotto anche dagli enti pubblici, soprattutto per le nuove generazioni. Una vera occasione persa» è l’osservazione amara dei consiglieri, che rilevano anche: «Dispiace l’assenza della Giunta e della Sindaca al momento della discussione della mozione. Su un tema così attuale e delicato ci saremmo quantomeno aspettati un dibattito in aula anche alla presenza degli assessori e del Primo cittadino, ancora di più alla luce degli ultimi accadimenti che impongono una riflessione ampia e un piano politico per il lavoro giusto su cui non è possibile indietreggiare».

Italian Woman Festival, manifestazione realizzata con un contributo illegittimo

«Per l’organizzazione dell’”Italian Woman Film Festival”, andato in scena al teatro D’Annunzio dal 2 al 4 maggio, il Comune di Latina ha chiesto e ottenuto un contributo regionale che non può essere concesso, salvo andare incontro a una grave difformità delle norme previste dal Regolamento per la concessione di patrocini e contributi da parte dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale». Lo denunciano le forze di opposizione in consiglio comunale a Latina, che hanno inviato una diffida alla Regione Lazio. «Al presidente del Consiglio regionale – dichiarano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 – chiediamo di sospendere l’iter per l’erogazione del contributo. Riteniamo necessaria un’istruttoria per verificare la correttezza degli atti amministrativi prodotti per la manifestazione, inclusa l’effettiva sussistenza dei requisiti previsti per beneficiare del contributo».

Da Regolamento il contributo per la realizzazione del festival può essere erogato al Comune quale ente organizzatore, con intestazione diretta delle spese per la realizzazione a comitati o associazioni senza scopo di lucro iscritte al Runts (Registro unico nazionale del terzo settore) e con le quali il soggetto beneficiario, ovvero l’amministrazione comunale, abbia un rapporto stabile di almeno due anni. «Dopo una serie di atti prodotti e rettificati (delibere di giunta n.191 del 14/12/2023 e n.56 del 29/02/ 2024), – spiegano i consiglieri – l’amministrazione Celentano affida l’organizzazione dell’evento alla “Wuman Visions srl”, una società a scopo di lucro. Va da sé che il contributo non può essere assegnato. Il Comune non avrebbe dovuto proprio richiederlo se aveva in mente di affidarlo a una società privata. Il quesito è se a Palazzo si siano preoccupati di leggere quanto previsto dal Regolamento o se lo abbiano ignorato».

«Sta di fatto – fanno notare dall’opposizione – che il festival viene presentato in conferenza stampa anche dal consigliere Enzo De Amicis, che ne è promotore, e in rappresentanza della “Wuman Vision” da Maria Luisa Celani, produttrice e regista».

I gruppi consiliari di opposizione hanno pronta un’interrogazione a risposta orale da presentare alla Sindaca Celentano, caricata della responsabilità di dichiarare il falso. «Nella prima delibera di dicembre scorso, infatti – sottolinea la minoranza – la Sindaca affermava che “per detto festival l’Amministrazione si avvarrà, ai sensi dell’art. 15 comma 2 del “Regolamento per la concessione di patrocini e di contributi da parte dell’Ufficio di presidenza del Consiglio Regionale” dell’affidamento a un’associazione di provata esperienza iscritta al Runts”. Peccato che, come si può leggere nella determina 825 del 26/04/2024 che assegna i fondi per realizzare l’evento in oggetto, la “Wuman Visions” è una società a responsabilità limita con tanto di partita iva ed è ben lontana dall’essere un’associazione senza fini di lucro iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore».

I consiglieri interrogano la Sindaca per conoscere anche quali interventi diretti del Comune sono stati messi in campo per l’organizzazione e se siano stati impiegati in tal senso dei dipendenti comunali; la modalità normativa seguita per l’affidamento del servizio di realizzazione, benché sotto soglia europea; la rendicontazione delle spese sostenute con il contributo della Regione; se con la società affidataria esiste il rapporto stabile di due anni richiesto dal Regolamento regionale e quali atti amministrativi lo attestano».

Puntiamo ad un’Europa giusta, equa e umana

«Il voto dell’8 e del 9 giugno, per il momento storico nel quale arriva, è un voto di straordinaria importanza». A dirlo, in una nota, è Valeria Campagna. La Vicesegretaria del PD Lazio, infatti, spiega: «L’Europa si ritrova al centro di due guerre ed è quantomai importante portare avanti politiche di costruzione e non di distruzione, di pace e non di tensione, volte a risolvere i conflitti e non ad alimentarli. Ecco perché, come Partito Democratico, lavoriamo e lavoreremo ad un’Europa umana».

Poi aggiunge: «Vogliamo anche un’Europa equa, in grado di portare avanti politiche per il lavoro ben retribuito. Ed un’Europa giusta, dove i diritti sociali e civili siano garantiti a tutte ed a tutti. Dove le politiche vengano costruite sulla base dei principi della sostenibilità ambientale e sociale. Il Partito Democratico – spiega Campagna – rappresenta l’unica forza politica in grado di garantire tutto questo. Siamo l’argine a chi, sbagliando, chiede meno Europa; a tutte quelle destre che, attraverso il bluf del populismo, cavalcano paure attraverso slogan che celano l’assenza totale di politiche in grado di risolvere i problemi».

«Per questo è importante barrare il simbolo del Partito Democratico. E – aggiunge Campagna – esprimere fino a tre preferenze. Il mio invito, per una maggiore rappresentanza femminile, è di farlo indicando due donne ed un uomo. La comunità democratica della provincia di Latina può scrivere, una volta barrato il simbolo del PD, i nomi di Schlein e Zingaretti. Entrambi, per quello che hanno dimostrato in questi anni, perfetti interpreti della nostra comunità democratica. La segretaria Schlein, che tante volte è stata nel nostro territorio, può portare a livello europeo quel processo di rinnovamento costruttivo iniziato già nel nostro Paese. Zingaretti ha guidato un governo regionale che è stato capace di portare sul nostro territorio 18 miliardi di risorse tramite il Pnrr. Un risultato possibile solamente grazie alla competenza amministrativa e allo spirito comunitario ed europeista che ha mosso, e muoverà sempre, il Partito Democratico. Oltre a loro – conclude Campagna – mi sento di invitare a votare anche Camilla Laureti: Europarlamentare uscente e componente della segreteria nazionale PD con delega all’agricoltura. Un argomento importante per un territorio, come quello della provincia di Latina, a forte trazione agricola».

Università nella Banca d’Italia un errore, così perdiamo una grande occasione per la città

«Apprendiamo dai giornali che la sede dell’ex Banca d’Italia e il Garage Ruspi verranno dati in affitto all’Università La Sapienza per 30 anni. Due immobili storici della nostra città verranno sottratti all’uso collettivo e destinati a un soggetto terzo». Così Valeria Campagna, capogruppo del PD Latina, in una nota.

Poi aggiunge: «Sono fortemente amareggiata per questa scelta perché, pur condividendo gli investimenti nell’università, credo che questa concessione sia un grave errore. Un comune dovrebbe offrire servizi alla cittadinanza e non comportarsi da affittacamere».

E ancora: «Parliamo di spazi acquistati, come la Banca d’Italia, costata 3 milioni di euro, o riqualificati con risorse pubbliche durante la passata consiliatura. Queste risorse dovevano restituire gli spazi alla collettività: il Garage Ruspi come spazio espositivo e la Banca d’Italia come nuova biblioteca di Latina, con spazi di cultura, studio e aggregazione aperti a tutti, non solo agli studenti. Anche perché l’attuale biblioteca, sita in piazza del Popolo, non è sufficiente a soddisfare una utenza di una città universitaria con circa 120 mila abitanti. I due spazi, invece, per 30 anni ospiteranno aule universitarie. Proprio perché acquistati con i soldi dei contribuenti, sarebbe stato più giusto immaginarne un utilizzo per tutte e tutti. Per la collettività tutta e non solo per una parte di essa».

«Inoltre – riprende – come può l’amministrazione concedere propri spazi senza un bando pubblico? Chi ha scelto la Sapienza e perché non altre università? A quanto ammonterà il canone d’affitto? Non lo sappiamo, perché questa decisione è stata presa da pochi, senza confronto con il consiglio comunale né con la cittadinanza». In conclusione: «La verità è che questa amministrazione continua a non avere nessuna idea sull’utilizzo del centro storico e dei propri immobili, preferendo dare tutto in affitto a un soggetto terzo, come se gli immobili fossero problemi di cui sbarazzarsi. Latina sta perdendo una grande occasione: quella di avere uno spazio pubblico, in pieno centro storico, fruibile dall’intera cittadinanza».

Commissione Bilancio deserta, la maggioranza non si presenta

«La commissione Bilancio convocata per questa mattina è andata deserta: nonostante due debiti fuori bilancio all’ordine del giorno, uno dei quali molto urgente, quattro commissari della maggioranza non si sono presentati non permettendo di raggiungere il numero legale». Ne danno notizia i gruppi consiliari di opposizione sottolineando che quanto successo apre a un duplice scenario. «Delle due l’una: o siamo di fronte all’ennesimo episodio di imperdonabile sciatteria o alla prova conclamata delle divisioni interne alla maggioranza».

Il pressappochismo denunciato ancora una volta dai consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 sta nella modalità di convocazione della seduta: «Il presidente Faticoni convoca d’urgenza venerdì pomeriggio, senza rispettare i 3 giorni prima della seduta previsti dal regolamento e senza avvisare la maggioranza chiamata a garantire il numero legale. Un modo di procedere inaccettabile considerato che uno dei due punti all’odg riguarda un debito fuori bilancio figlio della ben nota e “allegra” gestione finanziaria del passato».

Si trattava di autorizzare una transazione da 200mila euro tra il Comune e la società M.A.R.R. di Manciocchi Arnaldo: «La ditta – spiegano i consiglieri di opposizione – rivendica spese per servizi cimiteriali resi tra il 2007 e il 2015 e affidati dai dirigenti comunali di quegli anni senza uno straccio di contratto né impegno di spesa. La relativa delibera è passata questa mattina per la seconda volta in commissione, ma non è stato possibile votarla per l’assenza della maggioranza. Non sono bastate le raccomandazioni degli uffici, che già nella scorsa seduta avevano sollecitato una rapida approvazione dell’atto senza la quale l’Ente potrebbe ritrovarsi a dover pagare oltre un milione di euro in luogo dei 200mila di oggi».

Secondo l’opposizione, lo scenario politico tratteggiato dalla seduta andata deserta è lampante e nel contempo preoccupante: «Sintomo di una fragilità palesata proprio ieri sulla stampa dallo stesso capogruppo di Forza Italia, Mauro Anzalone. Quella che sembrava una compagine granitica, ad appena un anno dalle elezioni inizia a scricchiolare».

Amministrazione di centrodestra non parla della Liberazione: inquietante

«Su nessuno dei canali ufficiali del Comune, sito web o social, si trovano riferimenti alle iniziative locali relative al 25 aprile. Non può trattarsi di una semplice svista ma, evidentemente, di un preciso orientamento ideologico impresso dall’amministrazione comunale di Destra.

Il 25 aprile rappresenta un giorno fondamentale della storia del nostro Paese e non sono tollerabili opinioni o punti di vista. Riteniamo dunque gravissimo che un’amministrazione, le cui funzioni affondano su una Costituzione che è una Costituzione antifascista, decida di non rendere omaggio a questa giornata in alcun modo». A dirlo, in una nota, è Valeria Campagna.

La capogruppo del PD Latina, poi, aggiunge: «La situazione è aggravata dal fatto che proprio in queste ore è stato presentato il nuovo sito del Comune di Latina al cui interno troviamo riferimenti, per esempio, alla giornata della terra; alla rete delle città marciane; alla giornata del Made in Italy. Ma nulla sulla Festa della Liberazione. Altri comuni vicini invece non si sono comportati allo stesso modo, dando evidenza delle manifestazioni istituzionali per la Festa della Liberazione. Penso ad esempio al Comune di Aprilia, guidato dal centrodestra. Nessun dubbio, allora, che si tratti di una scelta e non di una svita. Una cosa che riteniamo, francamente, inquietante».

Introdotta la lista dei reati per i quali l’Ente può costituirsi parte civile

«Da alcune indiscrezioni relative al nuovo Regolamento dell’Avvocatura comunale, emerge un fatto politico grave: nella bozza sarebbe indicata una lista limitata di reati per cui presentare la costituzione di parte civile dell’Ente. L’attuale Regolamento, diversamente, per l’Ente contempla l’opportunità di costituirsi parte civile senza limitazioni e/o discrezionalità alcuna: è un chiaro indirizzo che la precedente amministrazione ha ritenuto necessario per dare un segnale forte in termini di legalità». Esprimono contrarietà e allarme i gruppi consiliari di opposizione rispetto al nuovo Regolamento del servizio legale del Comune, sottoposto in questi giorni alla delegazione trattante.

«Pare si voglia limitare tale opportunità imponendo un passaggio ultroneo che richiede apposita richiesta da parte della Sindaca o del dirigente per i reati esclusi dalla lista, peraltro esponendo la stessa Sindaca» spiegano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032, sottolineando che tra quelli esclusi c’è il reato di bancarotta fraudolenta. «Un reato grave – affermano – in cui si trovano spesso coinvolte le pubbliche amministrazioni nell’ambito delle partecipate. Non dobbiamo andare molto lontano per trovare un esempio eclatante in tal senso: basta pensare alla questione della Latina Ambiente per cui il commissario Valente ha incaricato l’Avvocatura comunale per la costituzione di parte civile nel processo penale in corso. Un processo in cui, tra l’altro, risultano indagati alcuni stretti collaboratori della Sindaca Celentano. Forse si sta preparando il terreno per una revoca su questa costituzione?» si chiedono i consiglieri.

Tra le altre questioni che stanno emergendo nel merito del nuovo Regolamento, l’opposizione segnala una serie di articoli che andrebbero a minare le funzioni e l’indipendenza dell’Avvocatura comunale: «Anziché smantellato, il servizio dovrebbe essere tutelato, supportato e potenziato perché rappresenta un presidio strategico per l’Ente» ribadiscono i consiglieri.

«Emerge ancora una volta chiaramente il tentativo di svilirne il ruolo: si priva l’Avvocatura comunale di una figura dirigenziale e la si depotenzia in favore di incarichi esterni e decisioni sempre più arbitrarie dell’Ente in tema di transazioni, contenziosi e costituzione di parte civile. È intollerabile e fa rizzare i capelli – aggiungono in chiusura i gruppi di opposizione – quanto letto ieri sul quotidiano Latina Oggi riguardo una possibile ingerenza della segretaria generale nella distribuzione ai legali dei patrocini. Se confermata, rappresenterebbe una condizione di estrema gravità oltre che giuridicamente rilevante».

Gestione del Teatro D’Annunzio: chiediamo chiarezza

«Troppe anomalie nel trattamento che il Comune di Latina ha riservato alle associazioni e alle realtà che hanno richiesto l’utilizzo del Teatro D’Annunzio». Questo il commento di Valeria Campagna, capogruppo del PD Latina, dopo il question time tenutosi questa mattina, nell’ambito del quale sono state sollevate una serie di questioni riguardanti l’utilizzo del Teatro D’Annunzio.

In particolare, relativamente alle iniziative, del 28 febbraio 2024 e del 29 febbraio 2024, «Ci vuole un fisico bestiale» del Prof. Vincenzo Schettini ed il concerto dell’associazione musicale Rossini di Latina dedicato all’omonimo compositore.

«Come mai nel primo caso, quello del prof. Schettini, – si domanda Campagna – sono state spese risorse comunali (9 mila euro) e nell’altro caso, il concerto in ricordo di Rossini, è stato richiesto il pagamento per l’affitto del teatro? In generale, emerge una gestione del tutto discrezionale ed arbitraria degli eventi, come se l’amministrazione decidesse di volta in volta in base a chissà quali criteri. Tra l’altro, da quanto risulta, pare che gli studenti presenti allo spettacolo del prof. Schettini siano stati ‘invitati’ ad acquistare il libro del docente per ottenere il ticket di ingresso al teatro».

«Ecco perché – riprende – ho presentato istanza di accesso agli atti al fine di ottenere chiarezza riguardo alle modalità con cui è stato concesso l’uso del teatro per gli eventi in questione. Nonché, nel caso del primo evento, sull’acquisto delle copie del libro. Tuttavia, le risposte ottenute si sono rivelate insoddisfacenti e lacunose. Tra l’altro – aggiunge – la situazione risulta ancor più ambigua considerando che le risposte all’accesso agli atti sono controfirmate dall’assessora Tesone, fatto assai inconsueto e che solleva ulteriori interrogativi».

E ancora: «Chiediamo chiarezza nelle risposte perché ci sono troppi punti che sollevano dubbi: le discrepanze tra le dichiarazioni dell’assessora e quanto riportato nel progetto inviato all’assessorato; la controfirma dell’assessora sull’accesso agli atti; le motivazioni generiche e confuse della stessa assessora Tesone. Vogliamo risposte e chiarezza. È fondamentale – dice Campagna – garantire trasparenza e equità nell’utilizzo delle risorse pubbliche. Le anomalie riscontrate sollevano serie preoccupazioni sulla gestione sulla gestione del teatro comunale. Che, è bene ricordarlo, non è di proprietà di questa amministrazione».

In conclusione: «Vogliamo capire quali sono criteri utilizzati da questa amministrazione per determinare le modalità di utilizzo del Teatro D’Annunzio al fine di evitare discriminazioni e garantire una gestione equa delle risorse pubbliche. Il PD Latina seguirà da vicino lo sviluppo della vicenda e continuerà a vigilare affinché vengano tutelati gli interessi della comunità sul corretto utilizzo delle strutture comunali. In questo senso, presenteremo un esposto alla Corte dei conti per accertare tutte le responsabilità».