«Il PUA non può sacrificare le spiagge pubbliche a favore dei privati»

«Il Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA), appena approvato in Consiglio Comunale, è un documento strategico che avrebbe potuto rappresentare un passo avanti per il nostro litorale. Tuttavia, le scelte della maggioranza, e in particolare l’accoglimento di un’unica osservazione presentata da Fratelli d’Italia, dimostrano ancora una volta come questa amministrazione continui a preferire gli interessi privati rispetto a quelli pubblici,» dichiara Valeria Campagna, capogruppo del Partito Democratico.

Il PUA nasce da un lavoro avviato anni fa dalla precedente amministrazione, con l’obiettivo di coniugare tutela ambientale, accessibilità e una pianificazione ordinata e coerente del nostro litorale. «Abbiamo inserito misure per limitare l’impatto ambientale delle strutture, come l’uso di materiali ecocompatibili e la promozione del risparmio idrico ed energetico, previsto nuove aree per lo sport e il tempo libero e promosso criteri uniformi per le concessioni, garantendo un equilibrio tra spiagge libere e stabilimenti balneari,» sottolinea Campagna.

L’osservazione che cambia tutto

«La maggioranza ha deciso di stravolgere l’impianto del PUA accogliendo una sola osservazione: quella presentata da Fratelli d’Italia, firmata dall’allora commissario comunale e oggi assessore Michele Nasso. Questa modifica prevede l’incremento di 4 nuove concessioni private, a scapito delle spiagge pubbliche e in aree sensibili come quelle dedicate agli eventi e alla spiaggia accessibile per persone con disabilità. Una scelta che trovo inaccettabile e che solleva molti interrogativi: quali sono le reali esigenze di nuovi stabilimenti, soprattutto dopo il calo di fruitori registrato quest’anno? Perché sacrificare spazi che dovevano rimanere a disposizione di tutti?»

Una visione miope e a favore del privato

Campagna sottolinea come l’unico contributo della maggioranza al PUA sia stato quello di favorire i privati. «Questo PUA, che era nato con l’intento di promuovere inclusione e sostenibilità, è stato piegato agli interessi di pochi. Ancora una volta, la maggioranza dimostra di non avere una visione a lungo termine e di non essere capace di mettere al centro l’interesse pubblico. Gli arenili sono un patrimonio di tutta la città, non un’opportunità di profitto per pochi,» aggiunge Campagna.

Conclusioni

«Nonostante i meriti di questo Piano vadano ascritti al lavoro della precedente amministrazione, i cavalli da corsa si vedono all’arrivo. E voi, anche in questa occasione, avete deciso di prediligere gli interessi di pochi privati a scapito della cittadinanza. Latina merita un’amministrazione che sappia difendere i suoi beni comuni e che abbia il coraggio di fare scelte nell’interesse di tutti i cittadini,» conclude la consigliera del PD.

Conferenza delle Democratiche di Latina: «Il regolamento della piscina comunale introduce una discriminazione di genere»

«Non possiamo accettare che un regolamento comunale, come quello recentemente discusso e approvato dalla maggioranza di destra a Latina, contenga disposizioni che di fatto discriminano l’accesso nella piscina comunale prediligendo le squadre maschile a quelle femminili, introducendo una gerarchia che sembra appartenere a un altro secolo. Dietro un finto criterio meritocratico si nasconde una visione arretrata e pericolosa, che penalizza le donne e mina i principi di uguaglianza e pari opportunità,» dichiarano Valeria Campagna, Vicesegretaria del PD Lazio e capogruppo consiliare a Latina, insieme a Sesa Amici, componente dell’esecutivo nazionale Conferenza delle Democratiche, Enrica Onorati, delegata assemblea delle Democratiche, Daniela Fiore, consigliera comunale di Latina, e Carlotta Paladino, segretaria Giovani Democratici.

L’articolo 9 del regolamento comunale di Latina, che disciplina i criteri di assegnazioni dei c.d. spazi acqua alle associazioni sportive, rappresenta un passo indietro inaccettabile prevedendo, in particolare nella disciplina della pallanuoto, che le squadre maschili avranno la precedenza su quelle femminili, anche se di categoria superiore.

«Non si tratta solo di una formulazione anacronistica, ma di un messaggio chiarissimo e pericoloso: che uomini e donne debbano accedere e usufruire degli spazi pubblici in modi diversi e che lo sport sia ad esclusivo appannaggio degli uomini, ignorando completamente tutti i progressi e le battaglie di questi ultimi decenni. Ci chiediamo: che tipo di messaggio l’Amministrazione sta mandando alle giovani atlete e ai giovani atleti di questo territorio?».

Un appello al Comune per modifiche immediate

«Chiediamo che l’amministrazione intervenga immediatamente per modificare l’articolo 9 e garantire un accesso equo e inclusivo agli spazi pubblici, in particolare per quanto riguarda la piscina comunale. Queste normative non possono basarsi su distinzioni che alimentano stereotipi e discriminazioni di genere. La parità di trattamento deve essere garantita in ogni atto amministrativo, senza eccezioni, soprattutto se le componenti della maggioranza si dichiarano sedicenti attiviste o delegate alle pari opportunità. Evidentemente si considerano queste battaglie come bandierine da sventolare visto che gli atti concreti vanno in direzioni opposte. Non stupisce il recente dato pubblicato da Il Sole24ore che relega la nostra città alla 90esima posizione in tema di parità di genere».

Un impegno collettivo per i diritti di tutte e tutti

«Una città civile dovrebbe non solo garantire l’accesso agli spazi pubblici senza alcuna discriminazione, ma anche lavorare per abbattere le barriere di genere e promuovere protagonismo femminile, anche nello sport.

Questa battaglia non riguarda solo le donne, ma l’intera comunità. Norme come queste alimentano disuguaglianze e non possono trovare spazio nel regolamento di una città che vuole guardare al futuro. Latina deve dimostrare di essere all’altezza delle sfide del nostro tempo,» concludono Valeria Campagna, Sesa Amici, Enrica Onorati, Daniela Fiore e Carlotta Paladino.

Questa amministrazione fa rima con approssimazione

«Una pagina desolante, scritta da una maggioranza che ha travalicato la decenza istituzionale». Così le forze di opposizione parlano del Consiglio comunale odierno.

«Una seduta iniziata male e continuata peggio» affermano i gruppi di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 evidenziando diverse e gravi anomalie, tanto nella gestione dei lavori in aula quanto negli atti in votazione.

«Il Consiglio – spiegano – è stato aperto oltre il tempo limite previsto dal Regolamento. Alla richiesta di dichiarare nulla la seduta, la maggioranza ha tirato dritto decidendo per la prosecuzione dei lavori, nonostante la palese violazione delle norme sul funzionamento del Consiglio comunale. Nessun ravvedimento nemmeno di fronte al rischio di invalidità degli atti approvati, in caso di legittimo ricorso».

«Accumulare così tante delibere importanti a fine anno, come strategicamente, per il secondo anno consecutivo, vuole fare la maggioranza non solo ostacola il corretto svolgimento di tutti i consiglieri, ma, aggravando il lavoro degli uffici, mette a rischio l’ente stesso. Nel caso di specie, la delibera per l’adesione al programma dell’UNICEF “Città amiche dei bambini e degli adolescenti” – continuano i consiglieri – è stata ritirata perché come opposizione abbiamo segnalato che non era allegata agli atti trasmessi, dunque non poteva essere messa ai voti. Ancora, la delibera per l’adozione definitiva del Piano di Utilizzazione degli Arenili conteneva un errore grossolano, evidenziato dalla collega Ciolfi. Un’incongruenza evidente negli atti che solo su nostra osservazione è stata rilevata e che ha obbligato il presidente Tiero a rimandare il punto ad altra seduta. Al rientro dalla pausa pranzo, mancava il numero legale per assenza di molti esponenti del centrodestra ed è stato raggiunto in calcio d’angolo solo nella seconda chiamata dell’appello».

Questa la cronaca, cui si lega la stigmatizzazione da parte delle forze di minoranza di «un comportamento che ancora una volta denota sciatteria, oltre a una mancanza di responsabilità istituzionale e di rispetto per l’aula. Denunciamo con forza – aggiungono i consiglieri – l’arroganza di questa maggioranza che crede di poter piegare le istituzioni al proprio volere e non perde occasione per calpestare ogni regola democratica».

«Continueremo nel nostro lavoro di indirizzo e controllo consapevoli dell’apporto sostanziale che come opposizione stiamo dando ai lavori in aula e nelle commissioni grazie all’approfondimento e allo studio puntuale degli atti. Cosa a cui la maggioranza e la giunta non sembrano essere abituati visto anche l’andamento della seduta odierna».

«È stato deciso di portare in consiglio entro fine anno una quantità enorme di atti fondamentali e complessi: dal bilancio di previsione ai rendiconti di ABC, dalla piscina comunale al PUA. Ma agire di corsa su questioni tanto delicate – concludono dall’opposizione – rischia di tradursi in un danno alla comunità».

Piscina comunale, l’opposizione: «Mai chiesta la revoca del contratto»

«Sul pasticcio degli atti per la gestione della piscina comunale la maggioranza tira in ballo la risoluzione del contratto quale presunta richiesta avanzata dall’opposizione. Ma la verità è che non è stata chiesta alcuna revoca della convenzione, né in commissione, né nella successiva conferenza stampa». Lo mettono in chiaro i consiglieri comunali di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 intervenendo nel merito del comunicato diffuso dai capigruppo di centrodestra a difesa del PEF e dell’addendum, approvati giovedì scorso in seduta congiunta Bilancio e Sport.

«La replica della maggioranza – sottolineano le forze di opposizione – non è altro che un debole e grottesco tentativo di distrarre dai termini reali della questione, gettando fumo negli occhi delle cittadine e cittadini di Latina. La verità è che si vuole spostare l’attenzione dalla solita manovra messa in atto per avvantaggiare il concessionario. Perché gli atti predisposti e poi approvati – ribadiscono i consiglieri – sono sbilanciati a favore del privato e a danno dell’Ente e della collettività. Di fatto, Nuoto 2000 mantiene un monopolio nella gestione di un bene pubblico che penalizza le associazioni sportive senza scopo di lucro rispetto alla fruizione dell’impianto».

«Nessuno ha chiesto di stracciare tutto, come sostiene la maggioranza. In sede di commissione – spiegano i consiglieri – sono state rilevate una serie di criticità che avrebbero meritato un approfondimento e di rimandare la votazione, soprattutto considerati i diversi contenziosi cui ha dato luogo la gestione passata. Invece i commissari di maggioranza, per più di sei ore, sono rimasti sordi a qualsiasi proposta giunta dai colleghi di opposizione, col pretesto di dover riaprire al più presto la struttura. Posto che la restituzione dell’impianto alla città è urgente e sta a cuore a tutti indistintamente, pretendiamo trasparenza e rispetto per la comunità. La piscina comunale è un bene pubblico e la sua gestione deve rispecchiare le esigenze dei cittadini, delle associazioni e delle fasce più fragili, non favorire il profitto di pochi».

Su Al Karama, da parte della maggioranza di centrodestra, solo promesse finite al vento

«Le famiglie dell’ex sito di Al Karama, da luglio 2022 ospitate nei locali dell’ex Rossi Sud, vivono in condizioni sempre più precarie dal punto di vista igienico-sanitario». Lo segnalano i gruppi consiliari di opposizione evidenziando «una situazione che rischia di diventare insostenibile soprattutto per i più vulnerabili: neonati, bambini e donne in gravidanza».

Nella struttura di via Monti Lepini, per fare un esempio, spesso viene a mancare l’acqua calda. «I locali – spiegano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 – non sono presidiati, né di giorno né di notte, nonostante le molte sollecitazioni da parte della Provincia, ente proprietario, a fronte di danni materiali ingenti per i quali l’ente di via Costa ha presentato al Comune un conto già salato, ma destinato a crescere».

«L’allestimento del centro di autonomia abitativa che accoglierà le famiglie, trasferite temporaneamente all’ex Rossi Sud dopo l’incendio divampato nell’ex campo rom, è ancora in alto mare» continuano i consiglieri. «Le promesse degli assessori Nasso e Carnevale sulla consegna a breve di 5 unità abitative per il nuovo centro in via Monfalcone non sembrano trovare una soluzione imminente, così come non c’è ancora riscontro dell’impegno sbandierato per gestire e risolvere quella che è una vera e propria emergenza sociale. A tutto ciò si aggiunge l’attività scolastica per i bambini e le bambine mai iniziata. Il servizio di scuolabus non è stato proprio inserito in bilancio, si è giunti a un ripiego sfruttando i chilometri messi a disposizione dalla ditta, ma i bambini perderanno almeno un’ora di scuola al giorno perché il bus darà la precedenza agli altri bimbi, quelli “normali”, e passerà a prendere prima loro».

«In mancanza di risposte adeguate – annunciano le forze di minoranza – chiederemo un incontro al Prefetto. ⁠La situazione igienico-sanitaria, in considerazione dell’abbassamento della temperatura legato alla stagione invernale e della perdurante condizione di promiscuità, inizia a diventare preoccupante e senza un intervento rapido e concreto rischia di aggravarsi. Il rispetto della dignità di ogni persona è un caposaldo da cui non si può prescindere, a maggior ragione quando si parla di bambini e bambine».

«Una targa per Filippo Faustinelli, vittima del regime nazista»

Ieri pomeriggio, ad Amburgo, si è svolta una cerimonia solenne per la posa di una pietra d’inciampo dedicata a Filippo Faustinelli, cittadino di Latina, deportato nel campo di concentramento di Neuengamme e morto nel dicembre del 1944. La posa della pietra d’inciampo è stata organizzata dalle comunità di Amburgo e di Cremlingen, oltre che dal Memoriale di Salzigtter, che continuano il suo impegno per tenere viva la memoria delle vittime del regime nazista.

Valeria Campagna, capogruppo consiliare del Partito Democratico di Latina, ha partecipato alla cerimonia in collegamento, portando la voce della città di Latina e sottolineando l’importanza di coltivare la memoria come valore condiviso: «Filippo Faustinelli rappresenta una ferita nella storia della nostra comunità e, al contempo, un simbolo di resistenza e sacrificio. La sua storia, intrecciata alle terribili vicende del Novecento, deve essere ricordata non solo ad Amburgo, ma anche nella sua città natale».

Faustinelli, nato a Sezze ma residente a Latina, inviato ai lavori in Germania nell’ambito degli accordi tra il regime fascista e quello nazista, fu arrestato dopo l’8 settembre 1943. Successivamente, meno di un mese dopo la liberazione di Littoria, ovvero nel giugno 1944, venne deportato nel campo di concentramento di Neuengamme, dove morì pochi mesi dopo, nel dicembre dello stesso anno. Neuengamme, e i suoi sottocampi, sono tristemente noti per aver ospitato oltre 106.000 prigionieri, di cui circa 42.900 non sopravvissero alle condizioni disumane di lavoro e detenzione.

Campagna ha annunciato di aver presentato una mozione in Consiglio Comunale per l’intitolazione di una targa commemorativa a Filippo Faustinelli, al fine di ricordare la sua vicenda e onorare la memoria di tutte le vittime dei campi di concentramento: «Il nostro obiettivo è che Latina, insieme a Sezze e alle altre comunità coinvolte, possa unirsi ad Amburgo in un progetto di memoria condivisa, ribadendo con forza il valore della libertà e della dignità umana. Ho sentito il Sindaco di Sezze, Lidano Lucidi, che ha accolto con entusiasmo l’iniziativa per cui inizieremo a coordinarci in futuro».

La consigliera ha inoltre richiamato l’impegno per valorizzare le storie di chi ha subito le atrocità del nazifascismo, come Gina Piazza, vittima delle leggi razziali del 1938, arrestata alla stazione di Latina e deportata nei campi di concentramento. «La vicenda di Gina Piazza, che riuscì a sopravvivere ma fu segnata per sempre da quell’esperienza, ci ricorda quanto sia importante tramandare questa memoria. Proprio per lei, abbiamo presentato e approvato una mozione per dedicare una pietra d’inciampo presso la stazione di Latina, dove iniziò il suo calvario. Mi auguro che, anche grazie all’emendamento che ho presentato al bilancio, il prossimo 27 gennaio, Giornata della Memoria, la nostra comunità possa ricordare queste due vittime, troppo a lungo dimenticate, insieme a tutte le altre. Ogni azione di memoria è un atto di giustizia e rispetto verso chi ha sofferto, ma anche una lezione per le generazioni future,» ha spiegato Campagna.

Conclude Campagna: «La memoria non è solo un dovere verso il passato, ma una responsabilità verso il futuro. È fondamentale che le nuove generazioni conoscano storie come quelle di Filippo Faustinelli e Gina Piazza, della liberazione della nostra città dal nazifascismo, affinché atrocità e ingiustizie come quelle vissute durante il regime fascista e nazista non abbiano mai più spazio nella nostra società. Ringrazio tutte le associazioni che hanno organizzato questa cerimonia in ricordo Faustinelli, in cui ho avuto l’occasione di portare i saluti della nostra comunità».

Topi nella scuola di Via Bachelet, il Comune minimizza

«Sull’emergenza topi nella scuola di via Bachelet ci saremmo aspettati un intervento perentorio da parte dell’amministrazione. Il problema non è di oggi, la dirigente scolastica l’ha segnalato agli uffici preposti ben due mesi fa. Inevitabile e legittima la protesta dei genitori davanti al plesso questa mattina». Le forze di opposizione in Consiglio comunale a Latina intervengono sull’allarme lanciato dal plesso dell’istituto comprensivo Emma Castelnuovo per la presenza di una colonia di topi, che ha portato le famiglie all’esasperazione, tanto da decidere di tenere a casa i propri figli oggi e nei prossimi giorni se non si provvederà alla necessaria derattizzazione.

«Con un comunicato diffuso nel primo pomeriggio di lunedì – spiegano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 – l’Ente rassicurava sulla presa in carico dell’emergenza e annunciava una riunione tecnica l’indomani per capire il da farsi. Sarebbe stato opportuno un intervento più incisivo. Solo oggi, a seguito delle proteste, il Comune si è deciso a organizzare una riunione con i genitori. Nessuno pretende una risoluzione nell’immediato, ma si sarebbe potuto fare almeno il gesto di presentarsi a scuola, oggi, per un confronto con la preside e i genitori. Invece l’amministrazione ha preferito non metterci la faccia, limitandosi a rassicurazioni comunicate a mezzo stampa».

«Ad anno scolastico ormai inoltrato, – sottolineano i gruppi di minoranza – vengono a galla diverse criticità negli istituti di competenza comunale, legate a disservizi che compromettono la salubrità degli ambienti scolastici. Ricordiamo solo un mese fa la chiusura della scuola elementare di Via Quarto per ammaloramento della copertura dei camminamenti esterni, gli alunni della scuola di Via Po rimasti al freddo giorni fa per problemi al riscaldamento e tutt’oggi con impianto a mezzo regime, stesso discorso per la scuola Caetani a Latina Scalo, con l’Ente intervenuto per risolvere dopo più di una settimana dalle sollecitazioni delle famiglie e della scuola».

«Tutti episodi per cui il Comune è dovuto correre ai ripari facendo emergere le oggettive difficoltà di quest’amministrazione nella manutenzione ordinaria degli istituti scolastici. Le stesse difficoltà denunciate e imputate con veemenza alla precedente amministrazione. Quantomeno, allora ci si preoccupava di recarsi sul posto per parlare direttamente con il mondo della scuola».

«Bilancio, cinque giorni per gli emendamenti: confronto democratico penalizzato»

«Ridurre a soli cinque giorni i tempi per presentare gli emendamenti al bilancio comunale è una scelta inaccettabile, che danneggia il ruolo istituzionale dei consiglieri e delle consigliere e che priva la città di un dibattito serio e approfondito sulle sue priorità. Una regola introdotta dal Commissario Prefettizio Valente, di cui l’attuale assessora al bilancio Ada Nasti era subcommissaria, e che l’amministrazione Celentano non ha mai pensato di cambiare, dimostrando ancora una volta di preferire la riduzione della partecipazione democratica, forse perché incapaci di gestire il confronto e una sana dialettica politica» dichiara Valeria Campagna, capogruppo del Partito Democratico nel Consiglio Comunale di Latina.

La differenza con le passate amministrazioni

«Voglio ricordare che, a differenza dell’attuale amministrazione, le passate giunte comunali mettevano a disposizione dei consiglieri di opposizione tutti i capitoli di bilancio e il supporto necessario per presentare emendamenti puntuali e motivati. Oggi, invece, siamo costretti a lavorare in condizioni precarie, con pochissimo tempo e informazioni frammentarie,» aggiunge Campagna.

Una città che merita una programmazione seria

«Il bilancio è lo strumento principale con cui si definiscono le priorità della città e, soprattutto, il futuro dei suoi cittadini e delle sue cittadine. È anche il principale strumento di programmazione in cui le consigliere e i consiglieri riescono ad incidere maggiormente esercitando la funzione di indirizzo politico che la legge ci attribuisce. Non è accettabile che un momento così cruciale venga affrontato con una corsa contro il tempo che svilisce il confronto democratico e ostacola la costruzione di proposte incisive. Latina merita una programmazione seria e non può continuare a vivere di interventi emergenziali e calati dall’alto che sviliscono completamente il ruolo del consiglio comunale, ridotto a mero organo ratificatore, e che non prevedono alcuna forma di partecipazione e condivisione cittadina» sottolinea.

Emendamenti tra mille difficoltà

Nonostante le difficoltà, il Partito Democratico e il resto dell’opposizione hanno presentato numerosi emendamenti al bilancio, frutto di un lavoro intenso e collettivo per rispondere alle esigenze della comunità. «Abbiamo proposto interventi che vanno dalla sicurezza delle scuole al sostegno alle famiglie, dalla promozione culturale alla manutenzione e al decoro. Ma questo lavoro è stato reso estremamente complesso dai tempi ristretti e dalla mancanza di supporto adeguato da parte dell’amministrazione,» spiega Campagna.

Un appello al cambiamento

«La responsabilità dell’attuale situazione è duplice: da un lato, una regola introdotta dalla gestione commissariale; dall’altro, la precisa volontà politica della giunta Celentano di non volerla modificare e garantire trasparenza e condivisione nel processo di bilancio. Chiediamo con forza che questa modalità venga superata e che si torni a rispettare il ruolo dei consiglieri e delle consigliere e il diritto della cittadinanza a un governo trasparente e partecipativo,» conclude la consigliera del PD.

Latina Scalo, 5 milioni di fondi del Contratto di Quartiere II a rischio

«Una parte importante delle opere comprese nel Contratto di Quartiere II rischia di restare incompiuta perché ancora una volta il Comune non ha risposto alle richieste della Regione nei termini previsti. Quasi 5 milioni di euro destinati alla riqualificazione di Latina Scalo potrebbero andare in fumo per l’ennesimo pasticcio commesso dall’amministrazione Celentano, che ancora una volta inciampa sulla filiera di governo e sulla gestione del personale». Così le forze di opposizione dopo la seduta odierna della commissione Trasparenza, convocata dalla presidente Floriana Coletta per chiarire la notizia appresa a mezzo stampa della cancellazione dallo stock della perenzione del finanziamento per realizzare un centro polifunzionale adibito a servizi, corrispondente al secondo stralcio dell’intervento Ls07 del Contratto di Quartiere.

«Una parte fondamentale del progetto nato nel 2006 e recuperato in extremis dalla precedente amministrazione rischia di non vedere la luce e di diventare l’ennesima opera incompiuta sul territorio a causa di disfunzioni interne dovute all’incapacità della Giunta Celentano di organizzare il personale e gli uffici» affermano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032. «Al preavviso con cui la Regione invitava il Comune a presentare le proprie osservazioni entro dieci giorni pena la revoca delle somme, non rispondiamo. L’assessora Muzio, intervenuta in commissione, ha spiegato di non aver mai ricevuto quel preavviso, protocollato e rimasto fermo, a suo dire, presso il servizio Decoro e Manutenzioni. Eppure, proprio dai documenti forniti nel corso della seduta dall’assessora stessa, è emersa l’assegnazione al dirigente del servizio Urbanistica in data 23 luglio».

Una circostanza, quest’ultima, venuta alla luce solo grazie all’ostinazione della minoranza nel chiedere chiarimenti e documenti dovuti, spesso a sedute in corso: «Anche oggi – sottolineano i consiglieri – siamo arrivati in commissione senza avere tutti gli atti necessari ai lavori».

Nessun atto di accusa al lavoro degli uffici comunali, la minoranza evidenzia tuttavia delle fragilità interne dovute a una distribuzione dei carichi di lavoro da rivedere se questi sono gli effetti. «Non è possibile che ogni assessore abbia una propria segretaria tenuta a redigere l’agenda politica e “prestata” dall’organico dei dipendenti comunali e non sia invece previsto alcun supporto per i dirigenti, oberati di lavoro».

Per l’opposizione anche quest’ultima impasse dimostra come l’ostentata filiera di governo, a più di un anno e mezzo dall’insediamento, ancora non decolli: «In compenso – rilevano i consiglieri – stiamo collezionando uno dopo l’altro interventi a rischio definanziamento: le opere a tutela della costa per il valore di oltre 6 milioni di euro, il progetto della pista ciclabile L1 nel cuore della città con la restituzione alla Regione di somme già erogate, il dragaggio di Rio Martino con il trasferimento dei fondi bloccato per motivi che ancora restano ignoti».

«Quello del Contratto di Quartiere allo Scalo non è un caso isolato, non è accettabile che un territorio che ha estremo bisogno rischi di perdere milioni di euro di finanziamenti per l’inerzia dell’amministrazione. Nella lettera inviata alla Regione solo il 20 novembre scorso, l’assessora Muzio si dichiara disponibile a un incontro, ma alla luce delle somme ingenti a rischio – concludono i consiglieri – ci aspettiamo dall’amministrazione un intervento immediato e perentorio che vada oltre una mera dichiarazione di disponibilità. L’auspicio è di recuperare questi soldi. Stiamo parlando di 5 milioni di euro, diamo sostanza e concretezza a questa filiera di governo».

«Rincari mense scolastiche penalizzano le famiglie»

«Con i rincari sulle mense scolastiche approvati dalla maggioranza, l’amministrazione Celentano infligge un nuovo duro colpo alle famiglie di Latina, in particolare a quelle più fragili. L’aumento spropositato delle tariffe, che colpisce soprattutto le fasce ISEE più basse con un raddoppio del costo del pasto, è inaccettabile e conferma la mancanza di attenzione sociale di questa amministrazione,» dichiara Valeria Campagna, capogruppo del Partito Democratico.

All’interno della recente variazione di bilancio da 5 milioni di euro, destinata a coprire maggiori spese e rincari, la revisione delle tariffe delle mense scolastiche rappresenta una misura che scarica il peso maggiore sulle famiglie con meno risorse. «Questa amministrazione continua a trattare i servizi essenziali, come la ristorazione scolastica, come voci di bilancio da riequilibrare, dimenticando che si tratta di diritti fondamentali. La copertura dei costi, ottenuta per metà tramite un aumento della pressione tributaria e per l’altra metà attraverso tariffe più alte, rappresenta un tradimento delle promesse fatte ai cittadini,» prosegue Campagna.

L’aumento generalizzato del costo dei pasti scolastici, che passa da 0,50 euro a 0,90 euro per le fasce ISEE più basse, e da 3,70 euro a 5,50 euro per le altre, dimostra la mancanza di una visione politica e sociale adeguata. «Il Comune, invece di pianificare interventi strutturali per garantire equità e sostenibilità, preferisce scaricare i costi sulle famiglie già messe a dura prova dalla crisi economica. Questo non è amministrare per il bene comune, ma gestire senza alcuna attenzione ai bisogni della comunità,» aggiunge la consigliera PD.

Il Partito Democratico sottolinea l’urgenza di adottare una visione strategica per il futuro della città, che metta al centro il benessere delle famiglie e una gestione più trasparente e partecipata. «Come PD continueremo a opporci a scelte che penalizzano le fasce più deboli della popolazione e a proporre politiche che garantiscano l’accesso equo a servizi essenziali come le mense scolastiche,» conclude Campagna.