La sicurezza non può essere terreno di propaganda: servono risposte concrete.

La capogruppo dem: «Latina ha bisogno di una guida autorevole e di politiche strutturali, non di annunci e slogan»

Latina 15 settembre 2025

«Il tema della sicurezza è oggi una delle maggiori preoccupazioni delle cittadine e dei cittadini di Latina. Lo dimostrano i fatti delle ultime settimane: esplosioni, atti vandalici, episodi di violenza diffusa che hanno generato una forte sensazione di smarrimento e insicurezza nella comunità.

Di fronte a tutto questo, però, la maggioranza continua a rispondere con slogan e iniziative di facciata. Non possiamo accettare che in Aula si arrivi persino a evocare i “barconi degli immigrati” come causa dei problemi di sicurezza nella nostra città: un’uscita che non solo nulla ha a che vedere con la realtà, ma che contribuisce ad alimentare paure e divisioni.

La verità è che Latina sta vivendo un momento delicato, e dalle istituzioni i cittadini si aspettano risposte concrete, non manifestazioni di piazza organizzate dalle forze politiche di governo locale né annunci estemporanei. La storia della nostra città ci ricorda quanto la mobilitazione civica sia stata importante: dalle manifestazioni di Libera contro le mafie, al sostegno alla giudice Lucia Aielli, fino all’iniziativa “L’ora della legalità” a fianco del Questore De Matteis. Ma le piazze devono restare spazio della società civile: chi amministra è chiamato a governare, a proporre soluzioni, a introdurre politiche.

Per questo chiediamo alla Sindaca di chiarire quali misure concrete intenda adottare, e come intenda attivare la cosiddetta “filiera di governo” con ministri e sottosegretari. Cinque telecamere e una giornata celebrativa non bastano a rispondere alla gravità della situazione.

La sicurezza non si garantisce solo con la videosorveglianza o con l’ipotesi di militari per strada. Questi strumenti possono rappresentare un supporto, ma non la risposta strutturale. È necessario un approccio sistemico, capace di affrontare le cause profonde del disagio sociale: investimenti in educazione, servizi sociali, sostegno alle famiglie, opportunità per i giovani.

Oggi più che mai Latina avrebbe bisogno di una guida autorevole che sappia dare risposte, rassicurazioni e prospettive, evitando di alimentare ulteriormente la paura e il senso di solitudine che tanti cittadini stanno vivendo.

Un ringraziamento sentito va alle Forze dell’Ordine, che con grande impegno e professionalità continuano ogni giorno a presidiare il territorio e a garantire la sicurezza della nostra comunità».

Ho scoperto che alcune mie foto sono state pubblicate sul sito phica.eu senza il mio consenso


Foto prese dai miei social: non solo immagini in costume, ma anche momenti privati, pubblici, legati alla mia attività politica. Le hanno messe lì accompagnandole con commenti volgari, sessisti, schifosi.

Tutto è partito da un post del 2024: “Vicesegretaria del PD Lazio, trovo sia veramente fisicata questa ragazza. Davvero tanta roba. Che ne pensate?”.

Da lì, per mesi, una discussione aggiornata ogni volta che spuntava una nuova foto “interessante”, con commenti dal “Che lato B ragazzi mmm” fino a “Devo darle un voto di sb**ra”, “La sfonderei subito” e altri che preferisco non scrivere.

Non è un caso isolato.
Dopo il gruppo Facebook “Mia moglie”, ecco un’altra piattaforma che vive violando la nostra libertà e dignità.
Un sito che pubblica video e foto di donne senza permesso, lasciando spazio a centinaia di commenti violenti e predatori.

In particolare, ho trovato un’intera sezione dedicata a me, nella parte sulle donne in politica. Alcuni commenti parlano del mio corpo dal vivo.
Significa che sono persone che mi conoscono. Che mi guardano. Che mi seguono. Che si sentono autorizzati a parlare di me come fossi roba loro.

Purtroppo non sono sola.
Su quel sito ci sono sezioni dedicate a ragazze e donne di Latina, di Aprilia, di tutta Italia.

Eppure, nonostante episodi così gravi siano sempre più frequenti, c’è ancora chi minimizza. Chi dice che sia “uno scherzo”, “un gioco innocente”, “solo complimenti”. Ma le molestie non sono complimenti. Non riguardano la bellezza, ma il controllo, il possesso, il potere, il diritto che qualcuno pensa di esercitare sui nostri corpi.

E c’è ancora chi colpevolizza noi: perché abbiamo pubblicato una foto in costume, perché indossato una gonna corta, perché ci siamo mostrate con un vestito scollato.

Come se la responsabilità fosse nostra.
Come se il nostro corpo fosse sempre disponibile, pubblico, a disposizione degli occhi, delle parole e delle mani maschili.

Io la chiamo col suo nome: cultura dello stupro.
Becera, vomitevole, inaccettabile. Una cultura che legittima e giustifica la violenza, che ridicolizza chi denuncia, che colpevolizza le vittime invece di chi agisce.
Figlia di una cultura patriarcale che normalizza l’idea che il corpo delle donne sia da possedere.

Ho denunciato tutto alla Polizia Postale.
Invito tutte e tutti voi a fare lo stesso: denunciare, segnalare, non restare in silenzio.

Ma so bene che non basta.
E so bene che l’indignazione non è più sufficiente.

Abbiamo bisogno di risposte immediate.
Di protezione, leggi applicate, prevenzione nelle scuole, educazione al consenso e al rispetto per cambiare una cultura che rende “normale” ciò che normale non è.
Abbiamo bisogno che gli uomini si assumano le proprie responsabilità.
Abbiamo bisogno che la società intera smetta di minimizzare e giustificare.

Oggi sono schifata. Arrabbiata. Delusa.

Ma non posso tacere.
Perché questa storia non riguarda solo me.
Riguarda tutte noi.
Riguarda il nostro diritto di essere libere, rispettate, di vivere senza paura.

E continuerò a parlarne. Sempre.

Fuga di gas a Borgo Santa Maria, presentata un’interrogazione

Latina, 14 agosto 2025

Nei giorni precedenti all’incendio avvenuto in data 13 agosto, che ha colpito il ponte di via del Crocifisso a Borgo Santa Maria, a causa dalla rottura di tubature del gasdotto locale, diversi cittadini hanno riferito di aver sentito odore di gas e rumori anomali, come piccoli scoppi provenienti da sotto il ponte. L’episodio, culminato in un violento incendio, ha reso necessaria l’evacuazione di circa 80 persone e ha portato alla chiusura del ponte per le verifiche di stabilità.

«Per fare chiarezza – spiega Campagna – ho presentato un’interrogazione consiliare alla Sindaca Matilde Celentano e agli assessori competenti, per sapere se il Comune di Latina o Italgas fossero stati informati, o avessero ricevuto avvertimenti, di fughe di gas, precedenti incendi vicino alle condutture o malfunzionamenti della rete nei giorni precedenti al 13 agosto, sia tramite segnalazioni formali che comunicazioni informali da parte della cittadinanza».

Campagna segnala anche la criticità della viabilità: «Con l’interrogazione – aggiunge – ho chiesto di sapere quali azioni verranno intraprese per il ripristino delle condizioni di viabilità in una realtà locale già provata dall’isolamento veicolare, e quindi anche economico, causato dalla chiusura del ponte in via Macchia Grande, la cui riapertura è da anni annunciata ma non avvenuta. La chiusura del ponte di via del Crocifisso, unita alla già perdurante interdizione del ponte di via Macchia Grande, rischia di isolare il borgo, con gravi disagi per residenti e attività».

Cedole in ritardo, mense più care, assenza di infermieri nei centri diurni: così si negano i diritti fondamentali

A Latina, l’estate si chiude con una certezza: anche quest’anno l’Amministrazione comunale arriva impreparata all’appuntamento con la scuola. Le cedole librarie per gli alunni e le alunne della scuola primaria non sono ancora state predisposte. Le famiglie si presentano in libreria per ritirare i libri, ma la risposta è sempre la stessa: «Il Comune è in ritardo, non ci hanno dato nulla».

Il problema – riferiscono gli operatori – è legato al cambio di piattaforma digitale a seguito della nuova gara. Ma il punto vero è che nulla è stato pianificato per tempo, e a pagare sono, come sempre, le famiglie. Basta ricordare che solo pochi anni fa, le cedole erano già attive nel mese di giugno. Ora siamo ad agosto inoltrato, e il disservizio è ancora tutto lì.

Non va meglio sul fronte della mensa scolastica, dove la notizia è il rincaro delle tariffe: il pasto minimo passa da 0,50 a 1,50 euro. Triplicato. Una stangata che colpisce in pieno le fasce più fragili, proprio mentre organizzazioni come Save the Children chiedono l’introduzione del pasto gratuito come misura di contrasto alla povertà educativa. E invece a Latina si va in direzione opposta, tra ritardi digitali, portali non funzionanti e aumenti ingiustificati.

Il tutto accompagnato da un silenzio assordante da parte dell’assessora all’Istruzione e da una frase liquidatoria dell’assessora al Bilancio che ha affermato, con leggerezza disarmante, che «50 centesimi erano troppo pochi». Nessuna considerazione sulle condizioni reali delle famiglie. Nessuna parola sul fatto che la mensa scolastica è parte integrante del diritto allo studio.

A questo si aggiunge un altro fatto gravissimo: la sospensione del servizio infermieristico nei centri diurni per disabili. Da fine giugno – con il cambio della cooperativa affidataria e l’avvio del nuovo appalto – il servizio non è più garantito. Le famiglie sono costrette a intervenire personalmente per somministrare farmaci e gestire cure essenziali, oppure a rivolgersi a infermieri privati, con costi extra a loro carico.

Il bando predisposto dal Comune – con fondi appena sufficienti per coprire i servizi minimi – ha prodotto un appalto al ribasso, senza alcun valore aggiunto, e oggi la qualità dell’assistenza è a rischio. Anche in questo caso, a pagare sono le persone più fragili.

È evidente che ormai a Latina si naviga a vista, in assenza di una guida politica forte e presente. Perché, mentre la città affronta disservizi e tagli ai servizi fondamentali, la Sindaca Celentano è troppo impegnata a Roma in incontri con i coordinatori regionali dei partiti della sua maggioranza per tentare di risolvere le divisioni interne. Come se per governare Latina servisse il permesso dei suoi capi politici.

Noi chiediamo un’inversione di rotta immediata. Chiediamo che l’Amministrazione intervenga con chiarezza e tempestività per garantire ciò che non è un privilegio, ma un diritto: l’accesso ai servizi scolastici e sociali per tutte e tutti.

«Opportunità perse e democrazia svuotata: la maggioranza schiaccia il Consiglio Comunale»

«Ieri, durante la Commissione Politiche Giovanili, ho sollevato una questione urgente: la mia richiesta di convocazione della commissione, presentata il 22 dicembre scorso, per discutere del bando ANCI che stanzia 7 milioni di euro per i Comuni capoluogo al fine di creare spazi di aggregazione per giovani e recuperare immobili comunali inutilizzati. Una grande opportunità che rischiamo di perdere per l’inerzia della maggioranza», dichiara Valeria Campagna, capogruppo consiliare a Latina del Partito Democratico.

Una proposta ignorata per quasi un mese

«Nonostante l’urgenza, la mia richiesta di convocazione è rimasta inevasa per quasi un mese. Il bando scade il 31 gennaio, e non possiamo permetterci di perdere questa occasione per raggiungere due obiettivi fondamentali: recuperare spazi inutilizzati, come l’immobile di viale Kennedy (su cui avevamo presentato un emendamento al bilancio poi bocciato), e creare spazi per ragazze e ragazzi, che possano essere gestiti da loro stessi», sottolinea Campagna.

Il silenzio della maggioranza e il ruolo distorto della consigliera Mulè

L’assessore Chiarato ha risposto che gli uffici stanno già lavorando al bando, mentre la consigliera Mulè, sostituendosi agli uffici, ha spiegato a titolo personale quanto tempo sarebbe in corso per la presentazione del bando. «Non è compito di una consigliera fare il lavoro degli uffici. Ho chiesto che la commissione fosse il luogo deputato alla discussione e alla formulazione di indirizzi politici, ma questa maggioranza continua a svuotare le prerogative dei consiglieri e delle consigliere comunali, lasciando ogni decisione esclusivamente nelle mani dell’esecutivo», denuncia Campagna.

Un Consiglio Comunale ridotto a comparsa

«La dinamica è ormai chiara: la maggioranza rimane silente e completamente schiacciata sul ruolo dell’esecutivo, svuotando di fatto le istituzioni democratiche. È inaccettabile che, ancora una volta, ogni confronto venga bypassato, riducendo il Consiglio Comunale a una mera comparsa. Ho provocatoriamente proposto di dimetterci tutte e tutti, perché è evidente che questa consiliatura ha svuotato il ruolo dei consiglieri e delle consigliere di ogni significato», conclude Campagna.

«Gravi violazioni in Consiglio Comunale, esposto al Prefetto per tutelare la democrazia a Latina»

Come anticipato alla vicaria del prefetto, dott.ssa Monica Perna, nell’incontro del 30 dicembre scorso, i consiglieri comunali dei gruppi di opposizione hanno presentato al prefetto di Latina, dott.ssa Vittoria Ciaramella, un esposto in cui segnalano le gravi irregolarità nella gestione dei lavori del consiglio comunale sul bilancio di previsione, tenuto lo scorso 27 dicembre.

«Quanto accaduto – affermano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 – rappresenta una lesione delle prerogative istituzionali dell’opposizione, tutelate dalle normative vigenti e dai regolamenti comunali».

Nell’esposto ripercorrono i fatti, dalla sospensione della seduta all’occupazione pacifica dell’aula, denunciando:

La violazione del Regolamento comunale (art.28). «Le modalità di discussione degli emendamenti sono state modificate unilateralmente dalla maggioranza attraverso la riduzione dei tempi di illustrazione da 10 minuti a 50 secondi per ogni emendamento. Il tutto è stato votato in conferenza capigruppo, organismo consultivo e non deliberativo, come chiarisce lo stesso Regolamento».

Mancanza di trasparenza. «La segretaria generale, interpellata durante la seduta, non ha fornito pareri sulla legittimità delle decisioni, in contrasto con quanto stabilito nello Statuto Comunale e nel Regolamento del Consiglio. Ciò ha impedito una valutazione trasparente della correttezza delle procedure adottate».

Lesione delle prerogative consiliari. «Ai consiglieri di opposizione è stato impedito l’esercizio delle loro funzioni di indirizzo e controllo, rendendo impossibile la presentazione e il regolare dibattito sugli emendamenti».

Inoltre, i consiglieri evidenziano il continuo ricorso a convocazioni in urgenza e ravvicinate, con preavvisi insufficienti per lo studio di documenti complessi e corposi.

Alla luce di tali criticità, l’opposizione chiede al Prefetto un parere sulla legittimità dei lavori e, se necessario, di richiamare i vertici comunali al rispetto delle norme. «L’esposto – spiegano – rappresenta un richiamo alla tutela dei principi democratici e delle norme che regolano l’attività consiliare ai fini del ripristino di una corretta dialettica tra maggioranza e opposizione».

Al di fuori dell’atto inviato al Prefetto, un appunto sul presunto “letargo della politica” rilevato dalla stampa: «Come opposizione – sottolineano – abbiamo denunciato più volte e in più sedi lo svuotamento delle prerogative dell’assise civica. La stessa maggioranza ha abdicato alla propria funzione limitandosi ad approvare quanto deciso dall’esecutivo».

«Emblematico, in tal senso, il mal di pancia manifestato pubblicamente da alcuni rappresentanti del centrodestra: l’ultimo in ordine di tempo è stato Ivano Di Matteo, ma ricordiamo i precedenti di Anzalone, Valletta in commissione Urbanistica, Bruni che, proprio nella seduta sul bilancio, ha scelto di non partecipare alla votazione in conferenza capigruppo. Sono segnali di una gestione tesa a prevaricare il ruolo e le funzioni del consiglio comunale, che inizia a pesare anche nella maggioranza di governo e che, come opposizione, continueremo a denunciare con forza in tutte le sedi opportune».

«Centenario di Latina, Fondazione senza trasparenza. Coinvolgere la città è un dovere»

«Si continua a parlare della Fondazione Latina 2032 senza che vi sia stata una reale condivisione con la città, il Consiglio Comunale e le rappresentanze politiche del territorio. Un progetto che dovrebbe rappresentare la massima espressione della comunità per celebrare il Centenario di Latina si sta trasformando in un’operazione calata dall’alto, con scarsa trasparenza e senza il coinvolgimento necessario», dichiara Valeria Campagna, capogruppo del Partito Democratico al Comune di Latina e vicesegretaria del PD Lazio.

Un percorso da chiarire e decisioni prese a porte chiuse

«Nonostante i continui annunci sulla formazione dello statuto e sul futuro della Fondazione, ad oggi non abbiamo ancora ricevuto informazioni chiare sui criteri di scelta degli organi direttivi, sul comitato tecnico-scientifico e sulle modalità di coinvolgimento del territorio. È inaccettabile che una questione di tale importanza venga gestita con tanta superficialità e poca trasparenza», prosegue Campagna.

La partecipazione della città non è un optional

«La Fondazione per il Centenario non può essere un’emanazione esclusiva del Ministero della Cultura o del Governo centrale. Per avere una base solida locale, rappresentativa del territorio e delle sue esigenze, è indispensabile avviare un processo condiviso e partecipato. Solo con un percorso trasparente, che coinvolga le associazioni, le realtà culturali, la cittadinanza e tutte le istituzioni locali, si può garantire che questa celebrazione diventi un momento di reale crescita e valorizzazione per la città», sottolinea.

Un appello alla Sindaca Celentano

«La Sindaca Matilde Celentano ha il dovere di garantire un processo inclusivo e partecipativo. L’approvazione di un progetto così importante per la nostra città non può essere limitata a un’operazione di facciata. Chiediamo che venga convocata una commissione consiliare aperta per discutere dello stato di avanzamento del progetto e per assicurare trasparenza su ogni passaggio futuro», conclude Valeria Campagna.

«Un bilancio senza visione e opportunità per la città. Tagli ai servizi essenziali e bocciati tutti i nostri emendamenti»

«Il bilancio di previsione 2025-2027 approvato dalla maggioranza rappresenta una delle peggiori pagine amministrative per la nostra città, non solo per la censura ai danni della minoranza, ma anche per quello che questo bilancio prevede. Un documento che certifica, nero su bianco, l’incapacità di questa amministrazione di offrire risposte concrete alle cittadine e ai cittadini e una visione di sviluppo per Latina. Non solo un bilancio privo di prospettiva, ma anche un esercizio tecnico che non prevede alcun investimento significativo e che vede tagli drammatici in settori strategici come il sociale, il diritto allo studio, la tutela ambientale, lo sport e le politiche giovanili», dichiara Valeria Campagna, capogruppo del Partito Democratico al Comune di Latina e vicesegretaria del PD Lazio.

Tagli a servizi essenziali e investimenti inesistenti

«I numeri parlano chiaro: rispetto al 2024, il bilancio subisce una contrazione significativa, con un taglio pesantissimo sugli investimenti, ridotti al lumicino nell’immediato futuro. Si passa dai 186 milioni del 2024 ai soli 56 milioni del 2025, fino a ridursi ulteriormente a 19 milioni nel 2027. Un crollo che avrà un impatto devastante sullo sviluppo della città.  Non possiamo accettare che una città come Latina, che avrebbe bisogno di crescere e migliorare, subisca una gestione così miope e priva di ambizione», sottolinea Campagna.

La mancata riscossione e l’assenza di politiche per le entrate

«Un altro dato che emerge con forza da questo bilancio è l’incapacità cronica dell’amministrazione di riscuotere le entrate. Come certificato dal Dirigente della Ragioneria e dai Revisori dei Conti, l’Ente è stato sostanzialmente inerte rispetto alle azioni di recupero dei tributi locali. Parliamo di una riduzione di oltre 5 milioni di euro solo per quanto riguarda l’IMU e le sanzioni relative al codice della strada. Su queste ultime, il Comune riesce a incassare appena il 3% delle multe non pagate. A fronte di questa situazione, la Giunta avrebbe dovuto adottare strategie di recupero più incisive, ma invece ha scelto di non fare nulla, mettendo a serio rischio la stabilità del bilancio e la possibilità di avere entrate considerevoli per erogare servizi», denuncia Campagna.

Emendamenti bocciati: un’occasione sprecata

«Come gruppo consiliare del Partito Democratico, insieme a Daniela Fiore e Leonardo Majocchi, abbiamo presentato 37 emendamenti che miravano a migliorare la qualità della vita a Latina e a dare un sostegno concreto alle fasce più fragili della popolazione. Tra questi, abbiamo proposto di destinare 100 mila euro per la comunicazione aumentativa, essenziale per le persone con disabilità, soprattutto alla luce del recente taglio operato dalla Regione Lazio. Altre proposte riguardavano l’incremento dei fondi per la manutenzione delle scuole e interventi di riqualificazione e messa in sicurezza di zone come piazza moro e la zona pub. Ogni emendamento rappresentava un tassello per costruire una città più giusta, inclusiva e attenta ai bisogni delle sue cittadine e dei suoi cittadini. Purtroppo, tutti i nostri emendamenti sono stati bocciati senza alcuna discussione costruttiva, confermando l’indifferenza della maggioranza verso le vere necessità della comunità», conclude Campagna.

Una maggioranza che calpesta le regole democratiche

«Quello che è accaduto in Consiglio Comunale durante la discussione del bilancio è inaccettabile. La decisione della maggioranza di ridurre i tempi di illustrazione da 10 minuti a 50 secondi per emendamento è stata una grave violazione delle regole democratiche che ha ridotto il Consiglio Comunale ad un semplice organo ratificatore delle decisioni della Giunta. Come forze di opposizione, dopo aver incontrato nei giorni scorsi la vicaria del Prefetto, procederemo con tutte le altre azioni necessarie per denunciare formalmente questa situazione e difendere il diritto delle opposizioni a svolgere il proprio ruolo», dichiara la capogruppo del PD.

Appello alla comunità

«Latina merita molto di più di una Giunta miope, chiusa ed arrogante. Questa città ha bisogno di visione e di una politica capace di garantire sviluppo e benessere per tutte e tutti. Continueremo a batterci per questo, ma è fondamentale che anche le cittadine e i cittadini prendano coscienza di quanto sta accadendo. Non possiamo permettere che incompetenza, arroganza e nostalgia continuino a governare il futuro della nostra città», conclude Valeria Campagna.

«Bilancio e democrazia calpestati. Latina merita trasparenza e rispetto»

«Quello che è accaduto in Consiglio Comunale durante la discussione del bilancio di previsione 2025-2027 segna una delle pagine più nere per la democrazia della nostra città. Non solo un bilancio privo di visione, ma una gestione arrogante e prevaricatrice che ha svilito il ruolo delle istituzioni e di chi le rappresenta», dichiara Valeria Campagna, capogruppo del Partito Democratico al Comune di Latina e vicesegretaria del PD Lazio.

Uno svilimento del ruolo del Consiglio Comunale

«Concedere appena cinque giorni per la presentazione degli emendamenti, senza i capitoli di bilancio necessari per un’analisi puntuale, è già di per sé grave. Ma ridurre i tempi di illustrazione degli emendamenti da 10 minuti a 50 secondi è una violazione senza precedenti delle regole democratiche. Questo non è solo svilire il Consiglio Comunale, ma è un insulto diretto ai cittadini e alle cittadine che rappresentiamo e un attacco grave alla democrazia», sottolinea Campagna.

Una Sindaca incapace di garantire democrazia

«In questa situazione emerge con forza l’inadeguatezza della Sindaca Celentano, che non solo non è in grado di garantire il rispetto del dibattito democratico in aula, ma si dimostra muta e assente davanti a una maggioranza che sistematicamente calpesta le regole del confronto istituzionale. Questa maggioranza non valorizza il dibattito e svilisce il ruolo dell’opposizione, preferendo blindare le decisioni e ridurre il Consiglio Comunale a un mero organo ratificatore. Una leadership che dovrebbe rappresentare la città non può tollerare simili prevaricazioni», dichiara Campagna.

Una maggioranza senza rispetto per le regole democratiche

«Abbiamo presentato 77 emendamenti, frutto di un lavoro approfondito su temi cruciali come il diritto allo studio, il sociale, il decoro urbano e le politiche giovanili. La maggioranza ha deciso di bocciarli tutti, senza un confronto reale, dimostrando totale chiusura e una profonda mancanza di rispetto per il dialogo democratico. Non è accettabile che i consiglieri di opposizione vengano sistematicamente zittiti e delegittimati. Questa è la politica della prepotenza, non della rappresentanza», aggiunge.

Lunedì l’incontro in Prefettura

Nei prossimi giorni l’opposizione incontrerà il Prefetto per denunciare le ripetute violazioni delle regole istituzionali: «La situazione è insostenibile. La maggioranza Celentano non solo ha dimostrato incompetenza nella gestione della città, ma ha calpestato ogni regola di confronto democratico. Ci rivolgeremo al Prefetto per far valere i nostri diritti e quelli della cittadinanza», dichiara Campagna.

Un appello alla comunità

«Non possiamo accettare che questa città venga amministrata con arroganza, superficialità e disprezzo per le istituzioni. Latina merita una politica trasparente, inclusiva e rispettosa dei suoi cittadini. Invito tutta la comunità a non rimanere in silenzio. È il momento di unirsi e pretendere una gestione responsabile e dignitosa della cosa pubblica», conclude Valeria Campagna.

Ridimensionamento scolastico a Latina: Campagna e Proietti (PD) accusano il Comune di penalizzare studenti, famiglie e territorio

«Il ridimensionamento scolastico non è più solo un’ipotesi, ma una drammatica realtà. Con l’approvazione della giunta regionale, l’accorpamento della Don Milani del quartiere Q4 con la scuola Vito Fabiano di Borgo Sabotino è ormai un dato di fatto. Una decisione che penalizza gravemente studenti, studentesse e famiglie, mettendo a rischio la continuità didattica e, quindi, il diritto allo studio, oltre a ricollocare il corpo docente in modo arbitrario e privo di tutele», dichiarano Valeria Campagna, capogruppo del Partito Democratico al Consiglio Comunale di Latina e Vicesegretaria del PD Lazio con delega alla scuola e al diritto allo studio, e Gianmarco Proietti, già assessore all’Istruzione del Comune di Latina e attuale responsabile provinciale del PD all’istruzione.

Campagna: «Dove sono finiti gli interventi promessi dal Comune?»

«L’assessora Tesone aveva promesso un intervento da parte del Comune per tutelare le scuole e le famiglie di Latina. Invece, non c’è stato nulla. Questa amministrazione continua a dimostrarsi totalmente assente sui temi fondamentali per la città, compresa l’istruzione, che rappresenta il pilastro del nostro futuro. La cosiddetta ‘filiera di governo’, di cui questa giunta ama vantarsi, semplicemente non esiste. Le decisioni vengono prese dalle istituzioni territorialmente più rilevanti e calate sul nostro territorio senza nemmeno un minimo di confronto o discussione. È una gestione che tradisce le aspettative dei cittadini e delle cittadine e abbandona la città a un destino di marginalità», sottolinea Campagna.

Proietti: «Un colpo pesante per un territorio già fragile»

«La provincia di Latina, ancora una volta, paga il prezzo di decisioni prese altrove e senza alcuna attenzione alle specificità del nostro territorio. L’accorpamento tra due realtà scolastiche così diverse non solo crea problemi logistici e didattici, ma rappresenta un duro colpo per i principi di equità e qualità dell’istruzione. Come ex assessore all’Istruzione, posso dire con certezza che la mancanza di dialogo e di interventi strutturali aggrava ulteriormente una situazione già complessa. Il risultato è una scuola meno inclusiva, meno accessibile e meno capace di rispondere ai bisogni della comunità», dichiara Gianmarco Proietti.

Un appello per un cambiamento necessario

Campagna e Proietti ribadiscono l’urgenza di un cambio di passo nelle politiche scolastiche locali e regionali. «Le scelte compiute dalla giunta regionale, approvate senza il coinvolgimento del territorio, e il silenzio del Comune di Latina sono inaccettabili. Chiediamo un impegno concreto per difendere il diritto all’istruzione e garantire un futuro migliore per i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Non possiamo permettere che decisioni così impattanti siano prese senza ascoltare chi vive quotidianamente la scuola, ovvero studenti, studentesse, famiglie e corpo docente», concludono i due esponenti del Partito Democratico.